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Tutti i camerati del Nero: dai bravi ragazzi di strada ai “ripuliti” nelle stanze dei bottoni

Massimo Carminati, a cui è ispirata la figura del “Nero” di Romanzo Criminale, è sempre stato in bilico tra l’estremismo politico e la criminalità organizzata. Nella sua organizzazione tanti i camerati di un tempo arruolati nel sistema della Mafia Capitale.
A cura di Valerio Renzi
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Massimo Carminati è entrato nell'Olimpo della leggenda grazie a Romanzo Criminale, il libro di Giancarlo De Cataldo sulla Banda della Magliana diventato prima un film e poi una serie tv di successo. Il personaggio del Nero è ispirato, come tutti sanno, proprio a Carminati che si muoveva con disinvoltura tra gli ambienti della malavita organizzata e quelli dell'eversione neofascista dei Nar di Mambro e Fioravanti. Il rapporto con la Banda della Magliana si interrompe con la morte del boss Franco Giuseppucci ma la carriera criminale del Nero continua, sempre in bilico tra criminalità comune ed estremismo di destra.

Da quella stagione Carminati non ha perso i contatti con i "vecchi camerati", soprattutto quelli trasformatisi da soldati politici a criminali comuni. Un confine sempre labile nella storia dei gruppi armati di estrema destra. Così molti di quei vecchi amici negli anni li ha arruolati nella sua organizzazione, soprattutto per compiere il lavoro sporco: estorsioni, minacce, pestaggi. Sono loro, i "neri", quelli duri e abituati all'esercizio della violenza l'altra faccia della mafia dei colletti bianchi, quella con a libro paga funzionari pubblici e politici; la parte sotto al "mondo di mezzo", quelli che sulla strada sanno imporre il loro volere.

Da "soldati politici" alla delinquenza comune: gli ex neofascisti agli ordini del Nero

Il braccio destro del Nero è Riccardo Burgia, responsabile del settore "estorsioni e recupero crediti" della Mafia Capitale, non che custode dell'armeria del gruppo. Proprio a lui Carminati si rivolge quando spiega la sua teoria sul "mondo di mezzo", lo stesso a cui spiega che "sulla strada comandiamo sempre noi". Riccardo Burgia passa dalla militanza nei Nar alle batterie di rapinatori. Negli anni '90 fa parte della banda di "Kapplerino", al secolo Elio Di Scala, che mette su una batterie di rapinatori di banche composta da ultras ed estremisti. Di poco più giovane è Fabio Gaudenzi, una militanza nel Movimento Politico Occidentale di Maurizio Boccacci, anche lui è passato per la banda di Elio Di Scala: durante la rapina a via Newton in cui Kapplerino perse la vita, fu gravemente ferito alla gola e arrestato. Una volta fuori dal carcere però Gaudenzi non ha messo la testa a posto, ma è immediatamente tornato alle abitudini e alle compagnie di sempre.

Nelle intercettazioni spunta il nome di "Marione" Corsi, anche lui proveniente dalle fila dei Nar e ora speaker di una seguitissima trasmissione giallorossa. Carminati è in sua compagnia quando spiega che la banda non teme il cambio di governo in Campidoglio con l'arrivo di Marino: è arrivata l'ora, spiega il boss, di andare a "bussacchiare" alle porte dei nuovi eletti: “gli si dice adesso che cazzo ..ora che abbiamo fatto questa cosa, che progetti c’avete? Allora nel progetto, perché voi fate li progetti… la politica… adesso che progetti c’avete? Teneteci presenti per i progetti che c’avete, che te serve? Che cosa posso fare? Come posso guadagnare, che te serve il movimento terra? Che ti attacco i manifesti? Che ti pulisco il culo… ecco, te lo faccio io perché se poi vengo a sapè che te lo fa un altro, capito? Allora è una cosa sgradevole…”.

I "ripuliti": dalla militanza di strada alle stanze dei bottoni

Accanto a chi è passato dalla militanza politica alla delinquenza ci sono anche quelli che si sono "ripuliti", come gli hanno definiti in un omonimo libro i giornalisti Giacomo Russo Spena e Daniele Nalbone. Sono quelli passati dalla strada e alla militanza politica nell'estrema destra alle stanze dei bottoni. Questo è il caso dell'ex ad di Eur Spa Riccardo Mancini: passato da Avanguardia Nazionale a manager. In questo caso il vecchio sodalizio nato per strada in nome della stessa fede politica si rinnova in forme nuove: non più l'obiettivo della "rivoluzione fascista", ma quello dei soldi e del potere personale. Ma Mancini, che Carminati apostrofa spesso con disprezzo e di cui si fida poco, non è disposto ad obbedire pedissequamente ad ogni desiderio del boss. Quando comincia ad "alzare la cresta" aumentano le pressioni nei suoi confronti, finché Carminati stesso gli metterà le mani addosso per farlo rigare dritto. Tra gli indagati a piede libero nella maxi inchiesta c'è anche Antonio Lucarelli, ex capo segretaria di Alemanno una lunga militanza nell'estrema destra romana. Nel 2000 è portavoce di Forza Nuova e tuona contro il gay pride, poi per qualche anno esce di scena e torna in campo accanto all'ex sindaco.

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