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La Mafia Capitale che regnava sul “mondo di mezzo” nelle intercettazioni di Carminati

Le oltre mille pagine di ordinanza stilate dagli inquirenti, guidati dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, ricostruiscono, grazie alle intercettazioni telefoniche le caratteristiche di quella che definiscono la Mafia Capitale guidata da Massimo Carminati. Tra affari, attività criminali e politica ecco come si muoveva l’organizzazione criminale.
A cura di Valerio Renzi
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Così in una conversazione con il suo sodale Riccardo Brugia, ex Nar prima e rapinatore poi nella banda di Kapplerino (al secolo Elio La Scala) negli anni '90, Massimimo Carminati spiega la teoria del “mondo di mezzo”. Un'immagine che ha colpito gli inquirenti, tanto da decidere di denominare l'operazione che oggi ha portato agli arresti 37 persone tra manager, funzionari, esponenti della criminalità organizzata, e che ha visto il coinvolgimento di politici di centrodestra e centrosinistra a partire dall'ex sindaco Gianni Alemanno, proprio "mondo di mezzo".

Carminati: "E' la teoria del mondo di mezzo compà. ….ci stanno… come si dice… i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo"

Brugia: "Embhè.. certo.."

Carminati: "E allora….e allora vuol dire che ci sta un mondo.. un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano e dici cazzo come è possibile che quello…"

Carminati: "Come è possibile che ne so che un domani io posso stare a cena con Berlusconi.."

Brugia: "Certo… certo…"

Carminati: "Cazzo è impossibile.. capito come idea?. . .è quella che il mondo di mezzo è quello invece dove tutto si incontra. . cioè.. hai capito?… allora le persone.. le persone di un certo tipo… di qualunque"

Carminati: "Di qualunque cosa… .si incontrano tutti là..."

Brugia: "Di qualunque ceto…"

Carminati: "Bravo…si incontrano tutti là no?.. tu stai lì…ma non per una questione di ceto… per una questione di merito, no? …allora nel mezzo, anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le può fare nessuno. .
Brugia: certo…".

Carminati: "Questa è la cosa…e tutto si mischia"

Brugia: "E certo…"

Guarnera: " …chi sta nel sotto sotto, sotto, semo tutti uguali sotto, sotto, sotto"

Carminati:"Capito? …e la gente…sono cose che la gente non sa, non capisce capito?. . .a me una volta mi fece una battuta il magistrato, ma lei la conosce la teoria?. eh, io la conosco bene…"

Brugia: "Che, na battuta de?"

Carminati: "Lui mi disse ma lei la conosce questa teoria qua di Costanzo?"

Brugia: "Ah…ah…sì.."

Carminati: "Il mondo…e ma io la conosco bene dico…ma lei la conosce?…io la conosco bene…"

Brugia: "E lui?"

Carminati: "E lui m'ha detto…”io lo so che lei la conosce molto bene”… “le domande finiscono qui”..allora gli ho fatto… fattelo dire da Bruno che ancora ride…ho detto “allora, se lei conosce quella teoria mi sa che le domande finiscono qui”…soprattutto le risposte finiscono qui…le domande lei può fare quelle che vuole… le risposte …(inc.)…"vada vada"…

E Carminati si ritiene il Re di questo mondo di mezzo, servile o feroce a seconda delle occasioni e della convenzia, in grado di spendere il proprio capitale criminale per avere influenza nel mondo dell'economia e della politica. Usa il timore che circonda la sua aurea leggendaria per ottenere quello che vuole, spesso appalti e prebende pubbliche, ma anche prodigandosi per i propri amici, concedendo favori di cui all'occorrenza potrà passare all'incasso.

Cos'è la Mafia Capitale?

Nell'ordinanza gli inquirenti asseriscono in maniera convinta di trovarsi di fronte ad un'associazione di tipo mafioso, rintracciando nell'attività criminale del gruppo che si ritrova attorno a Carminati gli aspetti tipici del crimine organizzato. Eppure Carminati e i suoi sono autonomi dalle altre mafie e hanno caratteri peculiari rispetto ad altre organizzazioni ben più famose e potenti come camorra o ‘ndrangheta. Questa è la mafia cacio e pepe, niente pizza e mandolino.

La Mafia Capitale ha le sue origini nella Banda della Magliana e nell'eversione nera. E da quella stagione eredita protagonisti e modalità d'azione. Prima di tutto, proprio come nel caso della Banda della Magliana, siamo di fronte ad un'organizzazione con una struttura "leggera", che opera a "raggiera" e non in maniera eccessivamente verticistica. Un'organizzazione dinamica i cui membri godono anche di ampi margini di autonomia, ma in grado di far valere il proprio peso intimidatorio e di mettersi in moto per ottenere gli obiettivi comuni. La Mafia Capitale non si regge in base a legami di sangue o territoriali, è più un consorzio d'interessi che si muovono tra il mondo di sopra e quello di sotto, tra imprenditori all'apparenza puliti e il sottobosco criminale pronto ad offrire i propri servigi.

"Devono lavorare per noi", il salto di qualità della Mafia Capitale

Estorsione e recupero crediti. Ecco un'altra attività in cui Carminati e altri suoi sodali sarebbero stati specializzati. Eppure Carminati sa benissimo come questa attività di recupero crediti sia ormai "troppo poco" per la caratura criminale raggiunta dall'organizzazione: "Non siamo più gente che potemo fa una cosa del genere…pe’ du lire. Non si può più fare come una volta… che noi arriviamo dopo facciamo i recuperi, a noi non ci interessa più… te lo dico..”. No, Carminati ha le idee chiare sono gli imprenditori che "devono lavorare per noi" non più il contrario.

La Mafia Capitale non si deve interessare solo a fornire protezione o servigi alle imprese per il boss, ma deve entrare in affari alla pari con gli imprenditori offrendo appoggi e contatti; e a chi non è interessato Carminati è pronto a far sentire tutto il peso dissuasivo della propria organizzazione criminale. "Perché tanto nella strada, glielo devi dire… ah come te chiami? Intanto nella strada comandiamo sempre noi – spiega Carminati – non comanderà mai uno come te nella strada.. nella strada tu c'avrai sempre bisogno di noi".

La Mafia Capitale e la politica

Buzzi: "Oi amico mio"

Carminati: "Oh amico mio, che dici?"

Buzzi: "Beh niente, sto in giro per i dipartimenti a salutare le persone"

Carminati: "Beh normale, è normale, bisogna vendere il prodotto amico mio. Bisogna vendersi, vendersi come le puttane"

Buzzi: "Ma sto periodo, qui non sai a chi venderti perché c'è proprio la fase dell'8 settembre… per adesso solo in quattro sanno quello che succede"

Carminati: "E allora mettiti la minigonna e va da questi quattro amico mio, eh… capisci"

Buzzi: "Mah non ti preoccupà… non ti preoccupare, ho tutto sotto controllo"

In questa conversazione tra il Re del mondo di sotto e il presidente della cooperativa sociale 29 giugno Salvatore Buzzi, principale destinatario degli appalti e dei finanziamenti che sarebbero stati pilotati dalla Mafia Capitale, si capisce il rapporto che questa ha con la politica. L'intercettazione avviene poco dopo l'elezione di Ignazio Marino in Campidoglio, dopo la stagione di Alemanno tocca riorganizzarsi perché non si può rischiare di perdere il treno e non c'è nessun problema a cercare nuovi amici. La Mafia Capitale è bipartisan, cerca appoggi tra chi comanda, disposta a dispensare favori a chi l'asseconda.

Il 20 giugno del 2013 Carminati ribadiva il concetto in una conversazione con Mario Corsi, ex Nar oggi voce di un'emittente giallorossa, e con Riccardo Brugia. Bisogna andare a "bussacchiare" alle porte dei nuovi eletti: “gli si dice adesso che cazzo ..ora che abbiamo fatto questa cosa, che progetti c'avete? Allora nel progetto, perché voi fate li progetti…la politica…adesso che progetti c'avete? Teneteci presenti per i progetti che c'avete, che te serve? Che cosa posso fare? Come posso guadagnare, che te serve il movimento terra? Che ti attacco i manifesti? Che ti pulisco il culo ..ecco, te lo faccio io perché se poi vengo a sapè che te lo fa un altro, capito? Allora è una cosa sgradevole…".

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