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La mamma di Elena, morta a 26 anni in un incidente: “Nessun altro deve morire per le buche, aiutami”

La mamma di Elena Aubry, morta lo scorso 6 maggio in un incidente su via Ostiense, scrive una lettera alla figlia che non c’è più: “Ho bisogno del tuo aiuto perché qui non sembrano capire. C’è pure chi dice che le buche non ci sono…”. I pm hanno predisposto una nuova perizia per verificare lo stato dell’asfalto nel punto dove la ragazza ha perso il controllo della sua moto.
A cura di Redazione Roma
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Elena Aubry e sua madre Graziella
Elena Aubry e sua madre Graziella

È il 6 maggio scorso quando Elena Aubry, 26 anni studentessa dell'università di Roma Tre, cade dalla sua moto, una Honda Hornet su via Ostiense. La giovane muore sul colpo, per colpa del violentissimo schianto con l'asfalto tra all'altezza del Cineland alle porte di Ostia. Da quel momento comincia la battaglia di Graziella Viviana, la mamma della ragazza, per vedere riconosciuto che la colpa della morte della figlia è dell'asfalto dissestato, di quelle buche e delle radici sporgenti che hanno trasformato percorrere quel tratto di strada in una pericolosa scommessa. Qualche giorno fa i pm, che hanno aperto un fascicolo per omicidio colposo per la morte di Elena, hanno predisposto una nuova perizia sullo stato dell'asfalto nel punto in cui la 26enne ha perso la vita.

Ora su Facebook, la mamma di Elena scrive una lettera straziante alla figlia che non c'è più, pubblicata assieme a una foto che le ritrae sorridenti e insieme al mare: "Ciao Elena, sono mamma, sempre io. Sai, qui comincia a far davvero caldo, si va al mare. Niente più selfie quest'anno assieme, niente più risate, niente più…NIENTE !!! Ma non ti sto scrivendo per questo, non voglio pensare a questo, impazzirei…".

"Ho bisogno di te amore mio. – continua la mamma – Ho bisogno del tuo aiuto perché qui non sembrano capire. C'è pure chi dice che le buche non ci sono… Sai, si va al mare. Tanti passano sulle strade e…tu sai cosa può succedere se un dosso, una buca ‘si mette per traverso'. Ma, amore mio, noi non dobbiamo permettere che muoiano altre persone. Elena aiutami. Il sistema c'è e funziona . Basta evidenziarle con una semplice bomboletta di vernice gialla. Se solo i nostri amministratori volessero ascoltare… chiedi lassù, che si faccia il miracolo, che qualcuno gli apra le menti e il cuore. Se solo un cuore generoso avesse evidenziato le "tue" buche in quella maledetta strada, adesso tu saresti qui con me e Sofia, andremmo al mare a ridere, a scherzare, a farci ancora tanti "stupidi e inutili" selfies… (ora per me così preziosi)…"

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