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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Italo Pompei contro la ricostruzione degli inquirenti: “Io pusher? Non è vero, querelo tutti”

Parla a Fanpage.it Italo Pompei, uno dei testimoni chiave di come è cominciata la notte in cui è morto il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. L’uomo si difende dalle accuse di essere un pusher che doveva vendere cocaina ai due americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale-Hjorth, ora in carcere.
A cura di Simona Berterame
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Spunta l'ennesima nota stonata nel tentativo di ricostruire passo passo cosa è accaduto la tragica notte dove ha perso la vita il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, colpito da undici fendenti nel tentativo di sventare un furto. Nell'ordinanza del GIP di Roma Chiara Gallo si legge che Italo Pompei sarebbe la persona che avrebbe dovuto cedere lo stupefacente a Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale-Hjorth, i due ragazzi americani accusati dell'omicidio del carabiniere Cerciello.

La versione di Italo

Incontriamo Italo nei vicoli di Trastevere mentre chiacchiera con altri residenti del rione. L'argomento di conversazione, neanche a dirlo, è il brutale omicidio del carabiniere avvenuto a via Pietro Cossa la notte tra il 25 e il 26 luglio. Italo, cappello nero con visiera canotta e pantaloncini corti, gesticola animatamente ripetendo come un mantra: "Ma io non c'entro niente, non so neanche come ci sono finito in questa brutta storia". Il ragazzo si è rivolto ad un avvocato che gli ha consigliato di non rilasciare interviste rimandandole ad un momento più opportuno. Nel frattempo ci confida che potrebbero partire querele e denunce per chi lo ha descritto come un pusher.

La notte dell'omicidio del carabiniere Cerciello Rega

Italo la sera del 25 luglio si trovava in giro per Trastevere insieme a Tamer (il parcheggiatore abusivo ascoltato poi dagli inquirenti come testimone) quando incontra Sergio Brugiatelli in compagnia di uno dei due americani. Ma dopo una frazione di secondo il gruppo viene raggiunto da due carabinieri in borghese in sella ai motorini e il ragazzo fugge via. Da quel momento Italo racconta di non averli più visti, ma di aver solo incontrato dopo Sergio a piazza Mastai che si disperava per il furto dello zaino subito.

Infine Italo conclude la nostra chiacchierata precisando: "Non ci hanno perquisito, io gli ho anche detto controllatemi non ho nulla addosso, non centro niente con loro eppure non hanno fatto nulla. Anzi, ci hanno risposto state tranquilli non cerchiamo voi. Se fosse stata un'operazione antidroga mi avrebbero spogliato giusto?".

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