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Opinioni

Incendi a Roma, chi e perché dà fuoco alla pineta di Castel Fusano?

C’è un disegno criminale dietro l’incendio che ha devastato la pineta di Castel Fusano di Ostia? Ci sono interessi di gruppi criminali ed economici o si tratta solo dell’azione di piromani isolati? Queste sono alcune delle domande che assillano i cittadini di una città dove ormai la presenza delle mafie che inquinano la vita civile ed le dinamiche economiche è una realtà.
A cura di Valerio Renzi
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Da ieri brucia la Pineta di Castel Fusano ad Ostia, dopo uno stillicidio di piccoli roghi, le fiamme si sono sviluppate in almeno tre diversi punti propagandosi velocemente. Vigili del Fuoco e Protezione Civile a lavoro tutta la notte con l'aiuto di tre canadair che hanno sganciato acqua dal cielo. Da questa mattina, nel paesaggio ormai spettrale, covano le braci sotto la cenere e ogni tanto un focolaio si riaccende richiedendo l'intervento dei pompieri ormai allo stremo.

La pineta di Castel Fusano sono circa 900 ettari di area protetta tra Ostia e la capitale. L'area verde è in parte competenza del comune di Roma, in parte di proprietà della famiglia Aldobrandini e poi c'è la "Tenuta del Presidente", di diretta pertinenza del Quirinale. "Chi appicca gli incendi va punito con severità", ha tuonato oggi Mattarella, a proposito di Quirinale. E mentre la Regione Lazio e il Campidoglio si lanciano reciproche accuse su competenze e ritardi, in molti si chiedono: chi e perché vuole mandare in fumo la pineta di Castel Fusano?

Incendio Pineta Castel Fusano: fermato presunto piromane

Ieri è stato fermato un presunto piromane. Si tratta di un ragazzo di 22 anni residente a Busto Arsizio, in provincia di Milano, perché sarebbe venuto a Roma ad appiccare incendi, se da solo o con chi, ma sopratutto eventualmente per conto di chi, sono domande a cui dovranno rispondere gli inquirenti che lo stanno interrogando. Perché l'idea che dietro gli incendi non ci siano solo dei piromani ma un disegno criminale,  si sta facendo sempre più solida.

Un disegno criminale dietro gli incendi?

I roghi che hanno devastato il Vesuvio viene dato per scontato che vengano appiccati per interessi criminali. Perché dovrebbe essere diverso nella capitale? Roma è una città di mafie, dove camorra e ‘ndrangheta non solo investono ma hanno messo profonde radici, mentre le organizzazioni autoctone si modellano sul modello delle ‘mafie classiche'. Le piazze di spaccio di Tor Bella Monaca e San Basilio lavorano come se ci trovassimo nella Scampia di 10 o 15 anni fa, e allora perché lo smaltimento di rifiuti combusti e la cura del verde non dovrebbero essere un campo d'interesse per la criminalità organizzata?

Aziende di smaltimento in fiamme e aggressioni al Servizio Giardini

I segnali ci sono tutti d'altronde: da una parte gli incendi in tre diversi aziende che smaltiscono rifiuti (su cui la magistratura sta indagando), dall'altra le ripetute aggressioni ai mezzi e gli uffici del Servizio Giardini di Roma Capitale, mentre l'assegnazione degli appalti per la manutenzione del verde sono fermi. Difficile forse leggere un disegno unico dietro tutti questi eventi, per i quali non c'è neanche un nome al registro degli indagati, quel che è certo è che verde e rifiuti sono milioni di euro che fanno gola anche all'economia inquinata.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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