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Ignazio Marino: “Io Marziano in Campidoglio, porte sbarrate a Mafia Capitale”

Ignazio Marino commenta la maxi inchiesta antimafia che ha travolto Roma e il Campidoglio in un’intervista alla Stampa. “Con noi – rivendica Marino – hanno trovato solo porte sbarrate. Sono un sindaco Marziano che non siede a quei tavoli, anzi neanche li conosce”.
A cura di Valerio Renzi
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Ignazio Marino affida ad un'intervista sulle colonne de la Stampa il suo commento alla maxi inchiesta per associazione mafiosa che ha travolto il Campidoglio, portando alle dimissioni anche di due membri della sua maggioranza, i due esponenti democratici Daniele Ozzimo e Mirko Coratti, rispettivamente assessore alla casa e presidente dell'Aula Giulio Cesare. Non fa sconti a nessuno Marino e rivendica la sua radicale alterità al "sistema" che avrebbe pilotato appalti e commesse pubbliche a favore della banda guidata da Carminati: "Sono un sindaco Marziano che non si siede a quei tavoli, anzi nemmeno li conosce. L'unica possibilità per continuare con quel metodo era togliermi di mezzo".

Marino difende Ozzimo e Stella: "Estranei ai fatti lo dimostreranno"

Difende Daniele Ozzimo il sindaco Marino: "Ho conosciuto la sua forza per imporre la legalità. Ho grande rispetto per il suo lavoro. Mi ha comunicato che aveva deciso di dimettersi e questo dimostra la statura istituzionale di una persona". Mafia Capitale aveva provato anche ad avere un abbocco con Mattia Stella, membro della segretaria di Marino, ma anche in questo caso secondo il primo cittadino "hanno trovato solo porte sbarrate".  E queste porte sbarrate, in nome della trasparenza e della legalità, che il sindaco rivendica per la sua giunta, sarebbero la ragione degli attacchi che ha subito Marino da ogni direzione: "E d'altra parte anch'io mi sono chiesto, ma questi attacchi a 360° contro di me da dove nascono?".

"La cosa terribile – commenta Marino in merito ai metodi usati da Mafia Capitale – e che qui c'è un modo di agire e di operare diverso dalla criminalità organizzata. Non deve ricorrere alla violenza per gestire gli appalti, perché ha trovato dei tavoli d'incontro con la cattiva politica e la cattiva amministrazione. E a quei tavoli si stringono accordi che permettono di fare affari".

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