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Ignazio Marino dopo la vittoria di Virginia Raggi: “Il Pd ha scelto eutanasia”

L’ex sindaco Ignazio Marino ha commentato l’esito elettorale da piazzale Clodio, dove ha chiesto il rito abbreviato per due processi che lo vedono coinvolto (quello sul caso scontrini e sui conti della sua onlus “Image”). Dopo aver fatto i suoi auguri a Virginia Raggi, Marino è tornato ad attaccare il suo ex partito che lo ha costretto alle dimissioni di fronte al notaio.
A cura di Valerio Renzi
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L'ex sindaco di Roma Ignazio Marino è tornato a parlare dopo il trionfo al ballottaggio di Virginia Raggi e del Movimento 5 stelle, per la quale aveva fatto pubblicamente il tifo, pronunciando un chiaro endorsement per la candidata grillina. Marino, che ha ancora non ha chiuso i conti con il suo ex partito che ha deciso di mandarlo a casa davanti al notaio, ha attaccato il Pd: "Come nel caso di un paziente terminale, il partito democratico ha voluto consapevolmente assumere una strategia eutanasica e c'è riuscito".

Il commento è arrivato a piazzale Clodio, dove Marino si trovava in tribunale per i processi sull'ormai famigerato "caso scontrini", e per i conti della onlus da lui diretta "Image", procedimenti per i quali ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato.  "È un momento importante per la città di Roma – ha aggiunto – C'è stato un voto assolutamente significativo per la candidata Virginia Raggi alla quale faccio i miei auguri più sinceri di buon Lavoro"

L'ex sindaco non si esentato da dispensare i suoi consigli alla nuova inquilina del Campidoglio, rivendicando ancora una volta il lavoro svolto al governo della città: "Ci sono degli impegni che vedranno impegnata Virginia Raggi, la sua giunta e la sua maggioranza. Una maggioranza che sembra essere la più solida che ci sia mai stata a Roma dalla seconda guerra mondiale a oggi, perché dispone di 29 consiglieri del suo stesso partito e con questo gruppo dovrà affrontare sfide epocali come quelle del bilancio, con un debito di 22,4 miliardi di euro lasciato al termine delle giunte Rutelli e Veltroni e degli altri 816 milioni di euro nel disavanzo delle casse comunali e 874 milioni nelle casse dell'Atac lasciato da Alemanno al quale io con la mia giunta avevo posto rimedio con un piano di rientro e con un risanamento di tutti gli sprechi".

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