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Grillo blinda Virginia Raggi: ma la cura è peggio della malattia

Ieri Beppe Grillo ha invitato all’unità e ha difeso a spada tratta Virginia Raggi, dopo il j’accuse della deputata romana Roberta Lombardi. Ma i richiami all’ordine del garante del MoVimento ormai possono solo peggiorare le cose: quello che serve al M5s è una discussione pubblica.
A cura di Valerio Renzi
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Beppe Grillo in Campidoglio
Beppe Grillo in Campidoglio

Sarebbe stata la stessa sindaca di Roma a chiedere l'intervento di Beppe Grillo ieri mattina, dopo il post su Facebook della deputata romana Roberta Lombardi che l'attaccava frontalmente. Dopo lo scontro tra Virginia Raggi e il direttorio e la fragile tregua siglata, in pochi minuti la situazione precipita nuovamente: Lombardi su Facebook definisce Raffaele Marra (l'ex uomo di Alemanno uomo di fiducia della sindaca) "il virus che ha infettato il Movimento". E poi l'affondo, durissimo: "Poiché la trasparenza è un valore del M5S, sono sicura che il sindaco Raggi pubblicherà subito i pareri dell'Anac in suo possesso sulle nomine di Marra e Romeo".

Mentre le accuse della deputata, dai tempi della campagna elettorale in rotta con la futura sindaca, rimbalzano sui giornali, Raggi chiama Grillo. Il messaggio è semplice: o intervieni o salta tutto. Così, puntuale, sul blog del garante del MoVimento arriva un post in cui invita all'unità e a sostenere il lavoro della maggioranza pentastellata in campidoglio. "Virginia non si tocca", il titolo quanto mai eloquente, con tanto di punto esclamativo.

Ma, per riprendere la metafora medica di Lombardi, in questo caso la cura rischia di essere peggio della malattia. Il richiamo all'ordine di Grillo ormai potrebbe non funzionare più: troppo profonde le rotture consumate in questi mesi, non basta più che il non-leader faccia la voce grossa, servirebbe invece una discussione pubblica sul futuro del governo di Roma, che coinvolga prima di tutto gli eletti in Campidoglio.

Proprio tra i 48 eletti pentastellati in aula Giulio Cesare si trovano i più insofferenti: da una parte la sindaca rinchiusa nelle sue stanze con i fedelissimi, dall'altra l'opposizione scatenata che attacca la maggioranza per i lavori d'aula immobilizzati. Presi tra due fuochi si lamentano di stare con le mani in mano, tagliati fuori da ogni discussione e decisione.

E poi c'è quell'interrogativo sollevato da Lombardi che aleggia come uno spettro: perché il parere dell'Anac sulla nomina di Carla Maria Raineri è stato tempestivamente reso pubblico, portando alle precipitose dimissioni, e quello su Marra e Romeo no?

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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