
Il sindaco Damiano Coletta è arrivato al comune di Latina alla testa di una coalizione civica, Latina Bene Comune, mettendo fine a 20 anni di governo ininterrotto del centrodestra e sbaraglia con il 75% dei consensi il candidato del Partito democratico al ballottaggio. Medico cardiologo, ha un passato come giocatore di calcio professionista ed è stato capitano anche del Latina Calcio. Ora si trova a guidare una città scossa dall'inchiesta politico-giudiziaria "Operazione Olimpia", che ha portato in carcere 15 persone, tra cui l'ex sindaco Giovanni De Giorgi di Fratelli d'Italia. Coinvolti nell'indagine politici, imprenditori, funzionari dell'amministrazione comunale. Ora la giunta per l'autorizzazione a procedere dovrà decidere in merito alla posizione di Pasquale Maietti, presidente del Latina Calcio e deputato di Fdi, per cui gli inquirenti hanno chiesto l'arresto. Nel mirino dei magistrati più di 150 appalti e concessioni.
Sindaco Coletta, ha parlato più volte di "Sistema Latina", già prima dello scoppio dell'inchiesta Olimpia. Cosa intende con questa espressione?
Era già da un paio di mesi che avevo iniziato ad usare questa definizione, per indicare un insieme di situazioni che abbiamo trovato quando siamo arrivati in comune, ma che già avevamo iniziato a denunciare da tempo, io per primo durante il mio percorso come semplice cittadino. Un "sistema" che prevedeva il totale sbilanciamento nell'amministrazione della cosa pubblica a favore di interessi privati e non della comunità. Lo abbiamo toccato con mano passando in rassegna concessioni e contratti, a cominciare da quelli che riguardano l'impiantistica sportiva. Un esempio è la piscina comunale su cui stiamo facendo una battaglia: ci sono casi in cui è evidente che i contratti soni sbilanciati a favore del concessionario.
Le indagini hanno coinvolto pesantemente anche la stessa amministrazione comunale, lei ha scelto d'incontrare subito dopo tutti i dipendenti comunali…
Siamo di fronte a un modo di amministrare che ha danneggiato la collettività, abbiamo ereditato una situazione devastata e purtroppo anche una parte della macchina amministrativa ha assecondato la politica. Ho incontrato i dipendenti comunali perché dobbiamo ricompattarci attorno alle ragioni della legalità e dell'interesse di tutti. La stragrande maggioranza dei nostri dipendenti tiene al lavoro che svolge e lo porta avanti onestamente. Noi vogliamo valorizzarli, ridargli la dignità che meritano, metterli in condizione di fare al meglio.
Quando ha parlato per la prima volta di "Sistema Latina" si è sentito dare del paranoico…
Bisogna avere rispetto del lavoro della magistratura, rispetto degli inquirenti e soprattutto di un principio garantista che credo sia irrinunciabile. Io ho soltanto raccontato quello che ho trovato arrivando in comune, non sta a me o ad altri capire chi è colpevole e per quale reato.
Le mafie, la camorra in particolare, ormai son ben radicate nel territorio di Latina. Ancora oggi si fa finta di non vedere?
L'ho detto fin dall'inizio della campagna elettorale: bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, non voler vedere le cose che accadano sul nostro territorio è un grave errore. Quando ho parlato del pericolo rappresentato dalla camorra, della sua pervasività nel tessuto sociale ed economico, ho ricevuto numerosi attacchi. Qualcuno ha voluto negare gli interessi criminali sui cambi di destinazione d'uso di terreni e i fabbricati, poi però è arrivato anche il questore De Matteis a confermarlo.
La sua elezioni a sindaco e l'affermazione della lista civica Latina Bene Comune è stato un un segnale del crollo del "Sistema Latina" o lo ha accelerato?
Credo entrambe le cose. Le inchieste che hanno colpito l'amministrazione comunale prima, e quello venuto alla luce durante il periodo del commissariamento dopo, hanno dato coraggio a chi voleva cambiare pagina, a chi voleva portare la città nella legalità. La mia elezione è la conseguenza di tutto questo: tre quarti della città ha fatto una scelta che sarebbe stata impensabile solo un anno prima. Gridare "Latina libera" è stata davvero una liberazione per tantissimi cittadini. Ora ci aspetta la sfida più difficile: in questi quattro mesi stiamo cominciando a ricostruire e motivare la macchina amministrativa, cominciare a invertire la rotta dopo vent'anni, ma crediamo nella rinascita della nostra città
Lei non è solo un medico e un politico, ma è stato anche un giocatore professionista e un allenatore. Cosa ha da dire sul futuro del Latina Calcio da sindaco?
Non solo sono stato capitano del Latina, ma sono stato tra i rifondatori della nuova società calcistica da cui sono uscito nel 2010, per motivi facilmente intuibili. Con grande dispiacere non metto più piede allo stadio da anni, le partite le guardo in televisione. Il Latina Calcio è una società che rappresenta la città, il tifo e la passione di tanti cittadini, l'amministrazione comunale è chiamata a fare tutto quello che è in suo potere per essere d'aiuto, ovviamente nel solco della legalità.
