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Conte 2, dal programma di Governo sparisce l’impegno per Roma Capitale. Raggi su tutte le furie

Dopo le proteste dei sindaci del nord di entrambi gli schieramenti e dopo lunghe trattative, sparisce dal programma del governo Conte Bis l’impegno esplicito per il rilancio di Roma Capitale. Virginia Raggi cerca il dialogo direttamente con il premier e apre la porta al Partito Democratico nella speranza che, senza Salvini e la Lega, possa confrontarsi con un governo davvero amico.
A cura di Valerio Renzi
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Virginia Raggi e Giuseppe Conte
Virginia Raggi e Giuseppe Conte

"Il Governo dovrà collaborare per rendere Roma una capitale sempre più attraente per i visitatori e sempre più vivibile e sostenibile per i residenti". Questo il punto 26 che compariva nella bozza di programma del nuovo Governo Conte Bis, tutto dedicato al rilancio della capitale. Punto che, nella definitiva stesura dell'accordo tra Pd e M5s, è però scomparso. Di Roma si parla ora nel punto 20, dove genericamente di parla di "un'Agenda urbana per lo sviluppo  sostenibile delle città, delle città metropolitane, di Roma Capitale". Una scelta che sarebbe l'effetto combinato della timidezza del Partito Democratico e del Movimento 5 stelle a esporsi su investimenti e poteri speciali per tirare fuori dalle secche in cui si trova Roma – un tema che non raccoglie grandi consensi al Nord – e delle rimostranze di sindaci importanti di entrambi gli schieramenti come Beppe Sala e Chiara Appendino, stufi del dibattito che gira attorno alla capitale e che vorrebbero aprire una fase di riflessione sulla necessità di avere più poteri per tutte le grandi aree metropolitane.

Virginia Raggi, che si era battuta per l'inserimento di un impegno preciso per Roma nel programma facendo appello direttamente a Luigi Di Maio, non l'ha presa benissimo. Girata la boa di metà mandata, la giunta grillina in Campidoglio ha la necessità di dare una svolta sui dossier più importanti e complessi, a cominciare dai rifiuti e dal trasporto pubblico, i più sentiti dai cittadini che vedono peggiorare di anno in anno la loro qualità della vita. Per farlo però servono prima di tutto risorse. Poi si può discutere di come rilanciare il ruolo della città, che appare sempre più marginale e meno attrattiva rispetto a Milano, e di una ridefinizione della governance di Roma Capitale. E Raggi punta direttamente ad avere direttamente Giuseppe Conte come interlocutore: "Con il presidente abbiamo trovato un'intesa speciale e avviato un ottimo lavoro. Con lui il dialogo è già avviato…”, aveva detto negli scorsi giorni intervento sulla crisi di Governo. Domani in Campidoglio è previsto un faccia a faccia con il gruppo dei dem. L'inizio di un governo giallorosso potrebbe avere effetti importanti nel rapporto tra M5s e Pd in aula Giulio Cesare, e non è esclusa la convergenza su singoli punti programmatici che prevedono l'impegno del nuovo esecutivo.

La sindaca spera che con la nuova alleanza, senza più la Lega pronta a frenare ogni iniziativa speciale per la città per i riflessi condizionati di una forza di origine “nordista”, e senza più dover difendersi dalle quotidiane bordate sparate nei suoi confronti da Matteo Salvini, si possa confrontare con un esecutivo davvero amico. A dire il vero ne avrebbero bisogno, più di Virginia Raggi, i romani che attendono gli autobus che non passano e che sono costretti a vivere settimane assediati dai rifiuti.

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