È confuso Alfio Marchini in tema di unioni civili e diritti per coppie di fatto e di persone dello stesso sesso. Questa mattina dichiarava, durante un incontro organizzato dall'agenzia Ansa: "Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili, ma non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni". Peccato che se il Ddl Cirinnà passerà, come è molto probabile, vista la richiesta di fiducia avanzata dal ministro Elena Boschi sul provvedimento, celebrare quelle unioni sarà un preciso obbligo per Roma Capitale, sia o meno guidato da Alfio Marchini.
Subito dopo una ressa di dichiarazioni e polemiche, così una nuova dichiarazione del candidato di Forza Italia e Ncd alle prossime elezioni comunali a Roma prova ad aggiustare il tiro: "Ribadisco quello che ho detto: sono favorevole al riconoscimento di tutti i diritti civili nel rispetto delle leggi. Ma credo di esser libero di dire che non celebrerò matrimoni gay". Ma qualcuno ha chiesto a Marchini di celebrare matrimoni gay, istituto che nel nostro paese non esiste e che non è previsto dalla legge in dirittura di arrivo, eventualmente fosse eletto sindaco di Roma? La mattina poi aveva parlato di "unioni gay" e non di matrimoni.
Insomma è a favore del riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali ma è imbarazzato a celebrare l'istituto che li garantisce? Uno scambio su Twitter tra Alfio Marchini e l'account del blog antidegrado Roma Fa Schifo, sembra proprio confermarlo. Alla domanda se applicherà o meno la legge in dirittura d'arrivo Marchini risponde così: "Ho detto mille volte che l'amore è sacro e che le leggi si rispettano. A domanda rispondo se le celebrerai come ad esempio Marino? No". Ovvero lontano dai riflettori, tra bandiere arcobaleno e in cerimonie di festa. Per Alfio Marchini quindi le unioni civili tra coppie dello stesso sesso vanno bene, ma solo se si tengono lontano dai riflettori. Unioni gay sì, ma senza esagerare, in sordina sembrano voler dire le dichiarazioni di Marchini.
Un cambio di rotta quello di Alfio Marchini, che finora si era sempre mostrato piuttosto aperto in tema di diritti civili. Meno di due mesi fa cinguettava: "Da sindaco non tollererò più che una coppia gay non possa passeggiare tranquillamente al Colosseo come avvenuto in passato". Rivendicando per Roma il ruolo di città aperta e accogliente, respingente nei confronti di comportamenti omofobi. Nel 2013 visitava il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, storica istituzione associativa della capitale e dichiarava: "La Roma che immagino è una città comunitaria, all'interno della quale la diversità è una ricchezza e il senso di appartenenza è l'unica garanzia possibile per la nostra felicità, che non può che essere collettiva". Ma Alfio sembra aver cambiato idea, fosse mai che Oltretevere si offendessero.