"Speriamo che il consiglio dei ministri abbia lo stesso atteggiamento verso il sindaco di Roma, chiunque la governi. Mi auguro che Renzi non faccia due pesi e due misure quando governeremo Roma". Così Luigi Di Maio, parlamentare membro del direttorio del Movimento 5 stelle nello studio di Lucia Annunziata, nel corso della trasmissione "In 1/2 Ora" su Rai Tre.
Quella di Di Maio è l'ultima esternazione in ordine di tempo di membri del vertice pentastellato che tradisce una paura: che Matteo Renzi, una volta che Virginia Raggi espungerà il Campidoglio, se saranno confermati i numeri dei sondaggi, gli renderà la vita impossibile nel governare una città disastrata. Il fantasma che agita le notti del Movimento 5 stelle è semplice quanto concreto: se il governo, in carica sulla carta fino al 2018, non slaccerà i cordoni della borsa erogando fondi straordinari per la capitale, l'avventura pentastellata al comune di Roma si potrebbe trasformare dal coronamento di un sogno ad un incubo
Uno spauracchio denunciato dalla stessa candidata nello studio di Skytg24: "Il premier sappia che se il sindaco della capitale sarà un sindaco del Movimento 5 Stelle – ha detto la Raggi – deve a quel sindaco tanto rispetto quanto ne deve a Giachetti o a qualunque altro. Altrimenti si assumerà la responsabilità dell'eventuale fallimento della città di Roma". "Cosa fa ora Renzi dopo il salvataggio della capitale per ben due volte? Minaccia di far fallire Roma se, per ipotesi, il sindaco non è Giachetti? – si è quindi domandata la Raggi – La trovo una manovra elettorale veramente bassa e bieca".
Chi non ha la memoria corta si ricorderà il braccio di ferro tra Campidoglio e Palazzo Chigi che ha avuto come esito il Salva Roma, una ciambella di salvataggio lanciata ai conti di Roma Capitale con Ignazio Marino sindaco, che ha però imposto rigidi paletti per il rientro di bilancio. E se questo è accaduto con un governo "amico" della città, figuriamoci cosa potrà accadere con un sindaco "nostro", si mormora nello stato maggiore grillino. E con la borsa vuota, sarà difficile fare fede alle promesse elettorali.
Insomma, lo "sgambetto" di Renzi alla prossima giunta di Roma, se targata Movimento 5 stelle, sarebbe in agguato a sentire candidati e direttorio. Oppure già mettono le mani avanti?