"Zingari, zingari, zingari di merda, voi siete zingari di merda". Sotto l'occhio vigile delle forze dell'ordine un gruppetto sparuto di persone, capitanati da Azione Frontale, sigla dell'ultradestra cittadina (il suo leader è stato inquisito per aver spedito una testa di maiale alla sede della Comunità ebraica romana) assediaa in casa sua una giovane mamma rom. Dallo scorso 28 marzo vive in una casa popolare in via di Torrenova all'estrema periferia est della Capitale, oltre il Grande Raccordo Anulare. Alloggio di cui è legittima assegnataria e grazie al quale ha lasciato uno di quei ghetti monoetnici chiamati con un eufemismo "villaggi dell'accoglienza", più noti come campi rom.
Questa giovane donna ha diritto di vivere in quella casa, risponde a tutti i requisiti. Ma a qualcuno non va bene e l'estrema destra è tornata a soffiare sul fuoco nella speranza di creare un nuovo caso mediatico, una nuova rivolta contro i rom come accaduto a Casal Bruciato o a Torre Maura. Azione Frontale aveva annunciato la sua presenza nel pomeriggio di ieri per contestare la presenza della famiglia rom. Così al loro arrivo i militanti di estrema destra hanno trovato la polizia e un presidio in solidarietà con la mamma, che vive ormai nel terrore e teme per l'incolumità sua e dei suoi figli.
Passano le ore e i blindati se ne vanno, così il gruppetto, sotto l'occhio vigile di una telecamera della polizia che riprende tutto e di qualche agenti in borghese, arriva sotto la sua finestra intonando slogan razzisti, proferendo minacce e insulti. Un fatto ingiustificabile, una violenza concreta agita nei confronti di una persona inerme davanti agli occhi delle istituzioni che hanno lasciato fare invece di tutelare chi semplicemente si trova nel giusto di esercitare il suo diritto ad avere una casa popolare.
Da queste parti, come in tanti altri quartieri popolari di Roma, la guerra tra poveri non è uno slogan ma purtroppo una realtà quotidiana per chi la subisce. La sindaca Virginia Raggi e il Movimento 5 stelle hanno fatto il pieno di voti nelle periferie della città, quelle più lontane dal centro, a cavallo del Raccordo se non ben oltre. Hanno anche promesso di chiudere i campi rom e oggi è sempre più evidente che per farlo è necessario utilizzare lo strumento dell'edilizia pubblica, allo stesso modo in cui negli anni '80 la vergogna delle baraccopoli e dei borghetti abusivi è stata sanata dando una casa a tutti. Ma gli alloggi popolari sono pochi, troppo pochi. Perché non cominciamo a discutere di come garantire a tutti una casa nella capitale? Si eviterebbero anche episodi come quello di ieri. Nel frattempo facciamo in modo che nessuno non si senta sicuro in una casa di proprietà del comune.