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Caso Luca Varani, identificati due testimoni: erano nella casa del massacro

Ascoltato dagli inquirenti Alex, uno dei due giovani passato nell’appartamento del massacro, prima che Manuel Foffo e Marco Prato torturassero e uccidessero Luca Varani. Gli inquirenti alla caccia del secondo testimone. Oggi l’interrogatorio di garanzia per i due assassini.
A cura di Valerio Renzi
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Nell'appartamento di Colli Aniene dove Manuel Foffo e Marco Prato hanno massacrato e torturato Luca Varani, sono passate almeno altre due persone. A raccontarlo durante la sua confessione è Manuel Foffo. A contattarli, secondo quanto ricostruito da Foffo, Marco Prato che, impossessatosi del cellulare dell'amico, avrebbe mandato almeno 20 sms. I due erano in cerca di compagni per il loro festino a base di alcol e droga, o stavano cercando una vittima per i loro propositi omicidi? Almeno una delle due persone entrate nella casa di via Igino Giordani è stata ascoltata dagli inquirenti. È un giovane memorizzato con il nome di Alex sul cellulare di Foffo, che racconta di averlo conosciuto qualche settimana prima in una pizzeria di via Tiburtina, l'altro è un certo Giacomo, ancora non identificato dagli inquirenti, che avrebbe fornito anche del denaro a Prato per acquistare altra cocaina.

La testimonianza di Alex, presente sul luogo del delitto

Alex avrebbe spiegato agli inquirenti di aver si assistito al consumo di droga, ma che i due non gli avrebbero raccontato di nessun proposito omicida né si sarebbe sentito in pericolo un racconto che coincide con quello di Manuel: "Preciso che quando è venuto Alex a casa eravamo sì sotto l'effetto di cocaina ma mantenevamo la lucidità, invece quando è venuto Luca, sia io sia Marco eravamo molto provati dall'uso prolungato di cocaina e quindi non più lucidi". L'idea di uccidere qualcuno sarebbe arrivata solo all'alba del 4 marzo. Tra le persone contattate via sms anche il fratello di Manuel, Roberto Foffo, a cui Prato avrebbe mandato il seguente sms: "Vieni a divertirti c'è anche un trans". Ricevuto quel messaggio Roberto avrebbe chiamato il fratello per chiedergli che diavolo li prendesse, ma non si sarebbe reso conto del suo stato di totale alterazione.

Oggi l'interrogatorio per Manuel Foffo e Marco Prato

Saranno ascoltati oggi dal giudice Manuel Foffo e Marco Prato per l'interrogatorio di garanzia. Il primo potrebbe aggiungere particolari a quanto già raccontato, mentre Marco Prato potrebbe cominciare a parlare anche lui con gli inquirenti dando la propria versione dei fatti. Prato, pierre protagonista di molte notti della movida romana, ha tentato di togliersi la vita: a salvarlo i carabinieri che lo hanno trovato in una camera d'albergo imbottito di medicinali. Accanto al corpo privo di sensi lettere e messaggi di addio: resosi pienamente conto di quanto accaduto e della situazione senza via di scampo, avrebbe preferito togliersi la vita che non affrontare le conseguenze di quanto accaduto.

Chi non si dà pace sono i familiari e la ragazza di Luca, Marta. Non riescono a capire come sia possibile che il loro caro sia stato ucciso a 23 anni, da due giovani poco più grandi di lui, solo "per vedere come ci si sente a uccidere". Ieri l'avvocato di Foffo ha annunciato che chiederà una perizia per stabilire se al momento dell'omicidio il suo avvocato fosse in grado di intendere e di volere, in possesso pieno delle sue facoltà intellettive. Da quel che è emerso la premeditazione dell'omicidio sarebbe confermata dallo stesso Foffo: i due invitano Luca a casa, gli offrono un cocktail con dentro l'Alcover, un potente medicinale in uso per gli alcolisti cronici, che gli fa perdere i sensi. Poi lo torturano e lo uccidono, ma prima gli avrebbero annunciato la sua condanna: "Abbiamo deciso che devi morire".

Terribili i particolari emersi ieri dall'autopsia: a Luca, il corpo ridotto a uno scempio dalle coltellate e le martellate, sarebbe stata recisa la gola per impedirgli di urlare e, dopo avergli inflitto nuove torture, finito con una coltellata in pieno petto. Poi i due assassini si sono addormentati lì, nella stanza da letto dove giaceva il cadavere.

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