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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Carabiniere ucciso, padre del killer: “Pensava fosse un pusher, ha confessato dopo ore di botte”

Per la prima volta da quando il figlio è stato arrestato, Ethan Elder ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa. Il padre del giovane che con undici coltellate ha ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, intervistato da la Repubblica, ha definito la storia ufficiale ‘piena di buchi’.
A cura di Natascia Grbic
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"Finn non sapeva che Mario Cerciello Rega fosse un poliziotto, era convinto di essere stato aggredito da un pusher. E la confessione che ha reso alla polizia è arrivata dopo otto ore di schiaffi, calci e sputi". A parlare è Ethan Elder, il padre di Finnegan, il ragazzo di 19 anni che la notte tra il 25 e il 26 luglio ha ucciso con undici coltellate il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Per la prima volta da quando ha saputo che il figlio era coinvolto nel terribile omicidio che ha scosso l'Italia, Ethan Elder ha parlato con la stampa, rilasciando un'intervista a la Repubblica. Ha ripercorso i momenti in cui ha appreso che il figlio era stato arrestato, la chiamata giunta dall'Italia tramite Face Time, e la versione del ragazzo che, secondo quanto riportato dal padre, non avrebbe capito di avere a che fare con un militare. "Perché i carabinieri erano in borghese, con magliette e bermuda, quando hanno aggredito i ragazzi alle 3 del mattino? Perché nessuno dei due aveva distintivo, pistola e manette? Perché stavano rispondendo alla chiamata di un individuo che aveva aiutato i turisti in un'attività illegale?".

L'omicidio di Mario Cerciello Rega e la chiamata negli Stati Uniti

Era la mattina del 26 luglio quando in casa Elder squillò il telefono. "Mia moglie Leah e io stavamo lavorando in casa a San Francisco – ricostruisce Elder padre – D'un tratto la sento urlare ‘Cos'è successo Finnegan?'. Nostro figlio era in Europa, in viaggio, sua madre lo aveva appena aiutato a trovare una stanza d'albergo a Roma dove avrebbe dovuto incontrare un suo amico, che non conoscevamo. La raggiunsi e la trovai a parlare con due poliziotti italiani su FaceTime. Uno di loro diceva ‘Non ho un'ora per capire se lei ha un avvocato italiano!'. E poi, poco prima che attaccassero, abbiamo sentito la voce di nostro figlio che urlava: ‘Mamma stanno dicendo che ho ucciso un poliziotto!".

"La storia ufficiale è piena di buchi"

Il padre di Finnegan asserisce che solo 24 ore dopo lui e la moglie hanno capito cos'era successo veramente. "Gabe, che parla italiano, non ha mai detto che i carabinieri si erano identificati, come riferito dagli investigatori. Varriale inoltre aveva sostenuto che gli assalitori erano nordafricani: Finn e Gabe sono decisamente caucasici. La storia ufficiale è piena di buchi. E anche in Italia so che molti iniziano a mormorare ‘qualcosa non va'. In un incontro avvenuto ad agosto tra Finnegan Lee, il padre e uno dei suoi legali, il giovane avrebbe detto di aver visto i distintivi dei due poliziotti prima di uccidere Rega. Si tratta di affermazioni contenute nell’informativa finale redatta dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Roma. "Abbiamo saputo che ci hanno filmato di nascosto durante la nostra visita a Finn in prigione – conclude Ethan Elder – Poco prima del giorno del Ringraziamento un giornale italiano riferiva che l'accusa aveva trascrizioni di questa visita in cui Finn ammetteva di sapere che erano poliziotti. Ma non era vero".

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