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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Carabiniere ucciso, è polemica su frase cauzione di Hjorth: “Poteva andargli molto peggio”

Sta facendo discutere la frase pronunciata da Gabriel Natale Hjorth pronunciata durante la visita della delegazione radicale al carcere romano di Regina Coeli. “Negli Stati Uniti è in vigore una poco condivisibile discriminazione fra chi ha soldi e chi no”, commenta Piscitello. “In Italia la procedura della libertà su cauzione non esiste”.
A cura di Natascia Grbic
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Natale Hjort
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Hanno scatenato una piccola polemica le parole pronunciate da Gabriel Natale Hjorth dal carcere di Regina Coeli durante la visita di una piccola delegazione del partito Radicale. Il ragazzo gli ha infatti detto che se fosse nel suo paese sarebbe già fuori dal carcere. Una frase che i radicali hanno precisato essere stata detta senza polemica, ma come una semplice constatazione dei fatti. "Negli Stati Uniti è in vigore una poco condivisibile discriminazione fra chi ha soldi e chi no – ha commentato Calogero Roberto Piscitello, il direttore del personale dell’amministrazione penitenziaria del carcere di Regina Coeli al Corriere della Sera – In Italia la procedura della libertà su cauzione non esiste. D’altra parte i ragazzi accusati dell’omicidio del carabiniere sarebbero anche potuti capitare in un paese con meno garanzie del nostro". I due giovani sono in carcerazione preventiva in attesa del processo, che li vede imputati nel caso dell'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. A sferrare materialmente le coltellate è stato Finnegan Lee Elder, reo confesso, mentre Gabriel Natale Hjorth ha dichiarato che non avrebbe saputo che l'amico aveva con sé un coltello.

Carabiniere ucciso, Testa: "Forse Hjorth si è sentito vittima a sua volta"

"Certo i ragazzi devono affrontare le difficoltà di una diversa prospettiva culturale – spiega Stefano Anastasia, il Garante dei detenuti del Lazio –  Negli Usa chi è accusato di un reato può anche aspettare tranquillamente il processo a casa propria anziché nella cella di un penitenziario". "È rimasto fuori dal perimetro delle proprie vicende processuali — racconta Irene Testa, tesoriera del Partito Radicale transnazionale, al Corriere della Sera — Semplicemente voleva capire di cosa ci stessimo occupando, forse in questi giorni si è sentito vittima a sua volta. È un diciottenne di fronte a una cosa più grande di lui. Ecco in questo senso va letta la sua frase sul fatto che al suo paese non sarebbe in carcere ma fuori su cauzione".

Il caso della foto di Natale Hjorth bendato in caserma

Gabriel Natale Hjorth è il ragazzo la cui foto bendato nella caserma dei carabinieri ha fatto il giro del mondo. Nell'immagine si vede il giovane coi polsi legati dietro la schiena e una benda a impedirgli la vista. Sull'abuso indagano sia la Procura di Roma sia la Procura Militare: la prima su chi ha bendato il ragazzo e chi ha scattato la foto, la seconda su chi l'ha diffusa. I legali del ragazzo hanno chiesto la scarcerazione al Tribunale del Riesame che, però, non potrà pronunciarsi prima di settembre.

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