Una definizione dell'arte muraria nata con i graffiti, in un dibattito che da almeno 25 se non 30 anni oscilla tra l'orrore per il vandalismo sui muri alla musealizzazione e la commercializzazione delle opere, è sicuramente un argomento complesso e non è questa la sede per ripercorrerlo in maniera esaustiva. Forse però per capire il valore dell'opera di Mauro Pallotta, in arte Maupal, comparsa ieri mattina all'alba per le strade di Borgo Pio, e che ha resistito solo poche ore alla solerzia della task force decoro urbano dell'Ama, sarebbe bastato un po' di buon senso.
Mentre una guardia svizzera fa il "palo", si vede il Santo Padre arrampicato su una scaletta pioli mentre gioca sul muro a tris, vincendo mettendo in fila tre simboli della pace. Un'opera che a due passi da San Pietro, facendo da cornice alla vetrina di una bottega, è comparsa all'improvviso. Notte facendo. Provocando stupore e ammirazione tra romani e turisti, subito impegnati a immortalare con telefonini e macchine fotografiche la novità.
Poche ore dopo il murales era stato cancellato. Una velocità quanto meno anomala. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani il disegno sarebbe apparso irrispettoso, se non offensivo, nei confronti del vicinissimo Vaticano. Eppure anche il settimanale dei vescovi Avvenire, ha parlato di "scherzo artistico", mostrando di apprezzare l'opera di Maupul: "Alla sua idea di pace come ‘prodotto artigianale', che si costruisce giorno per giorno con l’impegno di tutti, anche dei più piccoli, usando persino la lingua del gioco innocente per sconfiggere rabbie ed egoismi".
Uno sprazzo di colore, di creatività, che per qualche ora sembra aver squarciato il velo di grigiume, la sensazione di immobilismo e di essere una metropoli sempre più provinciale, soprattutto sotto il profilo culturale. Una sorta di perbenismo ossessionato dalla categoria del "decoro", ha impedito che venisse riconosciuta il valore dell'opera e quanto fosse apprezzata, portando alla sua cancellazione prima ancora di verificare il suo apprezzamento.
Si fa rispettare pedissequamente la legalità sui muri della città, per di più con l'assurda paura che "il Papa si offende", ma poi tutti in fila a vedere la mostra su Bansky, l'artista inglese i cui murales sono diventati icone pop conosciute in tutto il mondo, ma che continua a dipingere le sue opere illegalmente sui muri delle città tenendo celata la sua identità.