
L'assessore alle Politiche Sociali del comune Laura Baldassarre non più tardi di due giorni fa si è recata in visita al villaggio attrezzato di Casal Lumbroso, e ha annunciato: "La delibera per il superamento dei campi rom arriverà in Assemblea capitolina auspicabilmente entro ottobre". Si tratterà nelle parole dell'esponente della giunta Raggi di un provvedimento che porterà, anche se gradualmente, al definitivo smantellamento del sistema dei campi. L'obiettivo è "superare una situazione che è sempre la stessa: a fronte di ingenti finanziamenti pubblici, nei campi la gente sta male".
Una buona notizia quella annunciata da Baldassarre, anche se c'è chi non è per niente contento di come è stata affrontata al momento attuale la questione campi rom. È il caso dell'Associazione 21 luglio che ha presentato un dossier sui primi 100 giorni dell'amministrazione pentastellata, in cui esprime "profonda preoccupazione per il rischio che, in presenza di linee politiche poco chiare e di azioni contraddittorie, possa ricrearsi l’humus in cui è nato e si è consolidato il ‘sistema campi' venuto alla luce nell’inchiesta denominata Mafia Capitale".
Il punto per la 21 luglio, che da anni monitora la gestione dei campi e il loro costo, è che tra il dire il fare c'è di mezzo il mare: se non c'è candidato che durante la campagna elettorale non abbia promesso la chiusura dei così detti "villaggi attrezzati", riconosciuti anche dall'Unione Europea come veri e propri ghetti etnici, in questi primi cento giorni già sarebbe stato possibile invertire la rotta, a partire da risorse già presenti. Ma intanto che il piano sia pronto, l'amministrazione si prepara a spendere 7,5 milioni di euro per mantenere la gestione dei campi così com'è, se no peggiorandola.
Da dove viene fuori questa cifra? Prima di tutto ci sta il milione e mezzo di euro più spicci stanziati per il bando per un campo attrezzato in XV municipio per ospitare 120 nuclei familiari, la maggior parte dei quali attualmente residenti nel Camping River. Poi ci sono i 6 milioni di euro stanziati dall'amministrazione commissariale di Tronca. Fondi assegnati alla gestione dei sei campi attrezzati istituzionali. Un bando che sbloccato dalla nuova amministrazione non solo ripercorre il modello fin qui adottato, ma che inasprisce la gestione dei campi in termini securitari e taglia con decisione invece la voce dei progetti d'integrazione e scolarizzazione. Tanto che molti operatori attivi nel terzo settore hanno deciso di non parteciparvi e di contestarlo.
In più ci sono i 4,4 milioni di euro di fondi europei che dovrebbero servire al superamento del sistema dei campi, soldi che rischiano però di andare perduti se non se ne deciderà velocemente il loro utilizzo. In tutto ci sono così 12 milioni di euro che l'amministrazione poteva decidere come spendere, cominciando a lavorare per la chiusura dei campi."Le idee e le risorse non mancano e con 12 milioni di euro il problema potrebbe essere aggredito alla radice. – sottolineato il presidente della 21 luglio Carlo Stasolla – Chi ha interesse a che ciò non avvenga? Ci sembra invece di assistere a un film già visto fatto di azioni confuse e contraddittorie, di proclami e di bandi milionari".
