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Opinioni

Buon anno, Roma: 10 cose di cui ha bisogno la Capitale nel 2017

L’ultimo dell’anno è tempo di bilancio e di propositi per l’anno che viene. Dieci cose di cui avrebbe bisogno Roma per risollevarsi.
A cura di Valerio Renzi
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Come ogni 31 dicembre è tempo di bilanci e di buoni propositi per il nuovo anno. Un anno difficile e al contempo pieno di novità il 2016 per Roma, a cominciare dalla più grande di tutte: la vittoria di Virginia Raggi alle elezioni comunali. Il 2017 si annuncia forse come un anno decisivo per la Capitale, che ha bisogno di una svolta per cominciare a risolvere i tanti problemi che l'affliggono e che ne hanno offuscato l'immagine. Proponiamo ai nostri lettori dieci cose di cui avrebbe bisogno Roma.

Fiducia

Per cambiare serve fiducia, quella fiducia che la città ha perso, sostituita da una rassegnazione in cui tutto sembra essere già destinato ad andare peggio di come va. E per ritrovare fiducia è necessario ricominciare a discutere nel merito delle questioni, tra cittadini e istituzioni, tra le stesse forze politiche, per trovare soluzioni condivise e convincenti, oltre la rissa e la polemica.

Trasporti più efficienti

È la premessa per immaginare qualsiasi svolta o cambiamento: una rete di trasporto pubblico efficiente, che possa soddisfare i bisogni dei cittadini e di chi visita la Città Eterna per affari o per turismo. Visto il disastro in cui si trovano metro e bus, con mezzi vecchi e rotti, non ci vorranno mesi ma anni per cambiare il sistema di trasporti di Roma ma anni: nessuno pretende che chi governa abbia la bacchetta magica, ma da qualche parte bisognerà iniziare.

Patto per Roma

È irrimandabile la firma di un patto per la città tra il Governo e il Comune, così come promesso da Matteo Renzi prima di lasciare Palazzo Chigi. Alla capitale servono risorse e maggiore flessibilità. Senza questo la strada del declino è segnata: governare Roma con il rigore contabile e con la spada di Damocle del pareggio di bilancio a tutti i costi vuol dire condannarla.

Ripartire dalla cultura

Per anni ci è stato raccontato che la cultura sarebbe stato il futuro della città, invece vediamo gli investimenti crollare, la rete dei teatri di periferia che stenta, mentre anche i grandi eventi sono sempre di meno. E il fallimento del ‘concertone' di Capodanno sta lì a dimostrarlo. Roma deve tornare a investire nella cultura, a cominciare dalla valorizzazione dei tanti luoghi che esistono, soprattutto fuori dal centro storico. Pensare la città come depositaria di una storia millenaria fatta di vestigia archeologiche e di un patrimonio culturale immenso, ma aprirla anche al contemporaneo, intercettare le novità.

Periferie al centro

Il Movimento 5 stelle ha trionfato soprattutto nelle periferie, in particolare quelle della città consolidata, tra il centro e il confine del Grande Raccordo Anulare. E per questo la sindaca e la sua maggioranza da qui devono ripartire, mentre in questi primi mesi di governo si è discusso più delle beghe di palazzo che delle ragioni di decine di migliaia di elettori.

Solidarietà contro paura

Intolleranza e paura si diffondono come un virus anche nella nostra città. Ma c'è anche chi in questi mesi si è dato da fare per accogliere i migranti in transito a Roma, come i volontari del Baobab. Se la stessa solidarietà che i romani hanno dimostrato dopo il sisma che ha colpito Amatrice e gli altri borghi del centro Italia, la dimostrassimo insieme tutti i giorni verso chi ci sta più vicino, la nostra città sarebbe un posto migliore dove vivere.

Antimafia Capitale

Lo spettro di Mafia Capitale ancora aleggia sulla città: quella commistione metifica tra criminalità, politica e impresa che venuta alla luce due anni fa ha rappresentato indubbiamente uno spartiacque. Ma l'inchiesta ‘Mondo di Mezzo' non ha risolto tutti i problemi: la criminalità organizzata fa affari a Roma e controlla con lo spaccio della droga interi quartieri. Roma è una città di mafie, deve imparare a fare antimafia non solo a slogan.

Oltre la polemica sulle Olimpiadi: sport per tutti

Il tanto discusso ‘no' alla candidatura di Roma ai giochi olimpici voluto da Virginia Raggi ha puntato tutto sul rifiuto della logica dei grandi eventi: per essere coerenti ora è il momento di puntare sullo sport di base, dalle palestre di quartiere agli impianti comunali. Perché lo sport per tutti, dai bambini agli anziani, vuol dire salute e benessere, ma anche la nascita di nuove leve di campioni.

Ostia è lo specchio di Roma

Se Roma deve ripartire da qualche parte deve ripartire dalla sua periferia più lontana, da Ostia, dove il municipio è ancora commissariato per infiltrazioni mafiose. Dalla gestione delle spiagge pubbliche, dalla rinascita del litorale e dai suoi cittadini.

Biblioteche comunali: una ricchezza

È uno dei lasciti migliori della stagione di governo di Walter Veltroni: il circuito delle biblioteche comunali. Spazi belli e polifunzionali, conosciuti dai cittadini di tutte le età, disseminate nella città dal centro alla periferia. Spazi che vanno però rinnovati, rendendole accessibili di più più a lungo, rafforzando l'offerta di servizi e coinvolgendo i cittadini nella loro gestione.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Prima di arrivare a Fanpage.it ho collaborato su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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