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Arresti Stadio della Roma: chi è Luca Parnasi l’imprenditore in carcere per corruzione

Dal boom degli anni ’80 alla crisi: chi è Luca Parnasi, l’imprenditore che doveva costruire lo stadio della Roma per non fallire e ora in carcere per corruzione. Erede di un impero costruito da zero dal padre Sandro, cresciuto con l’acquisto dell’azienda di costruzioni della famiglia Marchini e dei terreni messi all’asta da Generali Immobiliare.
A cura di Valerio Renzi
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Un nuovo terremoto politico giudiziario scuote la capitale. Questa mattina i carabinieri hanno eseguito l'arresto di 9 persone, con l'accusa di corruzione in relazione all'iter per l'approvazione del nuovo Stadio della Roma che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle. Gli arresti arrivano proprio quando l'amministrazione capitolina era pronta a portare il progetto definitivo in aula per l'approvazione della variante urbanistica. In manette nomi eccellenti tra funzionari, politici e imprenditori. Tra gli arrestarti figurano l'ex consigliere regionale del Pd Michele Civita, il consigliere attualmente in carica alla Pisana Adriano Palozzi di Forza Italia e il presidente di Acea Luca Lanzalone, l'avvocato che ha seguito come consulente il dossier stadio per il M5s in Campidoglio.

Luca Parnasi: l'erede di un impero costruito da zero

Ma soprattutto c'è l'imprenditore e costruttore Luca Parnasi, l'uomo che ha immaginato, costruito pazientemente facendo sponda a destra e a sinistra, l'idea di costruire lo stadio nella zona di Tor di Valle. Parnasi è a capo della società Eurnova ed è stato capo della società Parsitalia, che nel 2012 rileva i terreni in cui lo stadio dovrebbe sorgere, un'operazione per cui finisce anche indagato. È già molto conosciuto a Roma, non è certo un parvenu. Il padre, come si dice in questi casi, è uno che si è fatto da solo. Sandro Parnasi comincia con una piccola impresa che lavora in subappalto, poi qualche botta di fortuna e la capacità di stare su un mercato in crescita lo porta a diventare un attore di primo piano tra i "palazzinari".

Dal boom degli anni '80 alla crisi: il progetto Stadio per salvarsi dal fallimento

Negli anni '80 la svolta: all'asta compra i terreni che furono della Generali Immobiliari e di Sogene. Poi rileva l'attività della storica impresa di costruttori dei Marchini, comprando dagli uffici ai terreni ancora da edificare. Tra gli anni '90 e i primi 2000 continua a fare affari d'oro con il nuovo boom che porta la città ad allargarsi, tra centri commerciali e interi nuovi quartieri che sorgono a ridosso e oltre il Gra. Poi il 2008 e la crisi che porta Parsitalia in cattive acque, fino ad arrivare a maturare un enorme debito nei confronti di Unicredit, l'istituto che storicamente ha finanziato l'impresa guidata da Luca Parnasi. La società finisce invece in liquidazione con un procedimento concordato con l'istituto di credito, che è arrivato a vantare un esposto di oltre 700 milioni di euro. Così per uscire dall'angolo, l'unica soluzione per Parnasi sembra essere portare a termine il progetto dello stadio, che vede al centro ovviamente ancora una volta Unicredit.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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