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Allontanare gli ‘abusivi’ non serve: i campi rom vanno chiusi

Sono in tutto 170 le persone allontanate in poco meno di 10 giorni dal campo nomadi di via di Salone perché abusive. Ma quali sono i criteri per avere un container in un campo? Il problema non sono gli abusivi ma lo stesso sistema dei campi nomadi, condannati dalle istituzioni europee e dal Consiglio di Stato, che vanno finalmente chiusi.
A cura di Valerio Renzi
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Sono in tutto 170 le persone allontanate in poco meno di 10 giorni dal campo nomadi di via di Salone, periferia Nord-Est di Roma ben oltre il Grande Raccordo anulare. Secondo i controlli effettuati sui conti correnti queste famiglie non vivono in una condizione d'indigenza, anche se si tratta di cifre molto differenti, da meno di 10mila euro a diverse centinaia di migliaia. Ora solo alcuni giorni fa l'autorità giudiziaria ha deciso di sbloccare la maggior parte di questi conti correnti messi preventivamente sotto sequestro: solo in 10 su 59 non sono riusciti a dimostrare la provenienza del denaro, facendo presumere che i soldi versati siano i proventi di attività illecite.

Ora l'assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Francesca Danese, un lungo passato nel Terzo settore, sostiene che queste persone, non vivendo una situazione d'indigenza, di povertà assoluta, non hanno i requisiti per vivere nel campo nomadi di via di Salone, siano essi registrati come abitanti del campo o abusivi. Ma a questo punto al lettore più attento sorge un dubbio, quali sono i criteri per dimorare in un campo nomadi? C'è una graduatoria? Perché se il campo nomadi è una risposta all'emergenza abitativa, ora i container svuotati delle famiglie "abusive" verranno assegnati in base a quale criterio? E perché i rom che sono indigenti finiscono nel campo attrezzato e altri, italiani o meno, magari in un residence o ricevono un contributo all'affitto?

La verità è che il campo nomadi è un luogo etnicamente definito, dove si accede non per "titolo" o "diritto", ma in quanto rom. Non c'entra nulla lo stato d'indigenza o l'emergenza abitativa. Nei campi nomadi si riproducono gerarchie e stili di vita differenti. C'è chi delinque e gestisce i traffici dentro il campo e fuori, per questo magari ha il conto corrente pieno di soldi, ma anche chi con fatica prova a costruirsi una vita fuori il campo superando lo stigma sociale affibbiato allo zingaro, e che si è visto il proprio conto corrente congelato.

I campi nomadi vanno chiusi. La condanna di questi luoghi è arrivata dalle istituzioni europee quanto dal consiglio di stato. Mandare via chi non è povero in canna, soprattutto se guadagna i suoi soldi onestamente, non serve a nulla. I campi nomadi vanno chiusi ma non dall'oggi al domani, con un percorso di emersione e di accompagnamento fuori dal sistema del campo, di cui i rom sono le prime vittime.

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