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Rom “finti poveri”, dissequestrati i conti: solo per 10 continuano le indagini

Sono stati dissequestrati i conti di 59 famiglie di rom, i presunti “finti poveri”, alcuni di loro allontanati alcuni giorni fa dal campo nomadi di via di Salone perché non avrebbero avuto i requisiti per risiedervi. Solo per dieci intestatari dei conti proseguono le indagini.
A cura di Valerio Renzi
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Sono stati dissequestrati i conti di 59 famiglie di rom, i presunti "finti poveri", alcuni di loro allontanati alcuni giorni fa dal campo nomadi di via di Salone poiché ritenuti senza i requisiti per risiedervi. Quasi tutte le famiglie a cui erano stati congelati i beni sono riusciti a dimostrarne la provenienza lecita rientrandone così in possesso. Dieci di loro però non sono riusciti a chiarire da dove arrivasse il denaro sui loro conti correnti. Si tratta dei conti più ricchi – fino a 600mila euro – tutti intestati a pregiudicati. Tutti gli altri, i cui importanti erano decisamente più modesti, hanno chiarito come avevano legittimamente guadagnato il loro denaro. Alcuni di loro lavorano regolarmente (come nel caso di un autista dell'Atac o addirittura di alcuni mediatori culturali), altri hanno mostrato una partita Iva, altri ancora hanno giustificato in altro modo la provenienza dei soldi, per esempio una donna aveva avuto un maxi risarcimento per la morte di un figlio.

Così il sostituto procuratore Carlo Speranza ha chiesto di prosciogliere le persone accusate inizialmente dall'accusa di truffa ai danni del Comune, non avendo mai dichiarato di essere indigenti per avere un modulo nei campi attrezzati di Salone, Barbuta e Cesare Lombroso, essendovi stati portati d'ufficio dagli insediamenti dove risiedevano abitualmente. Richiesta di proscioglimento anche per l'intestazione fittizia di beni, tranne che per i dieci intestatati dei conti dove si sospetta sia stato versato denaro proveniente da attività illecite.

L'azione giudiziaria portata avanti finora, più che distinguere tra chi guadagna grazie ad attività illecite e chi invece versa sul proprio conto corrente i proventi del proprio lavoro, sembra invece aver messo tutti nello stesso calderone. Le richieste del procuratore Speranza hanno poi mostrato il vero limite del sistema dei campi nomadi: pensati per accogliere una popolazione per l'appunto ‘nomade', sono invece la casa di una popolazione etnicamente definita, i rom, trasferiti in questi luoghi dopo lo sgombero degli insediamenti, abusivi o meno, dove risiedevano precedentemente. I campi nomadi così non sono mai stati pensati come una risposta all'emergenza abitativa di cittadini indigenti, per questo alle famiglie che vi risiedono nessuno aveva mai chiesto la dichiarazione dei redditi, altrimenti qui dovrebbe finire chiunque facesse richiesta di essere assistito dal punto di vista alloggiativo dal Comune di Roma.

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