video suggerito
video suggerito
Opinioni

A 17 anni faceva l’impiegato del clan in una piazza di spaccio: succede a San Basilio

Una storia come tante, un sequestro come tanti. A San Basilio, Tor Bella Monaca, Nuova Ostia le vite di giovani e giovanissimi vengono catturate dalle opportunità offerte dai clan nelle piazze di spaccio, impiegati nell’immenso mercato della cocaina, un esercito di pedine facilmente sostituibile.
A cura di Valerio Renzi
64 CONDIVISIONI
Immagine

A 17 anni era già messo a "stipendio" da una delle famiglie che gestisce le piazze di spaccio di San Basilio. Il suo compito era quello di rimanere chiuso in un locale in disuso al piano terra di una palazzina di case popolari in via Corinaldo. Qui, da una botola, consegnava i "pezzi" di cocaina e le bustine di marijuana già confezionati ai clienti ai pusher e prendeva i soldi delle vendite dello stupefacente, tenendo la relativa contabilità dell'attività di spaccio. A fermarlo, dopo diversi servizi di appostamento, i carabinieri della Compagnia Roma Montesacro. In tutto aveva 85 grammi di cocaina e 20 grammi di marijuana, oltre che a un bruciatore alimentato a gas che sarebbe servito per distruggere lo stupefacente in caso di intervento delle forze dell'ordine.

Secondo quanto è stato reso noto il minorenne aveva già precedenti ed è stato trasferito nel Centro di Prima Accoglienza per minorenni “Virginia Agnelli” su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni. Il ragazzino fermato dai carabinieri è uno dei tanti giovanissimi che, a San Basilio come a Tor Bella Monaca o in altre zone della capitale, finisce a lavorare per le organizzazioni criminali che gestiscono le piazze di spaccio. Il copione è noto: dove lo Stato non arriva, dove si concentra la povertà in aree metropolitane il welfare dei clan sostituisce le opportunità che non ci sono o che chi vive tra cortili e palazzoni non riesce più a vedere.

Così si fa carriera: vedetta, pusher o distributore per la vendita al dettaglio, in particolare di cocaina, mentre la geografia urbana di interi quartieri viene ridisegnata dal sistema dello spaccio. Ora rimane da capire se oltre la responsabilità individuale di un ragazzino di 17 anni, oltre i percorsi di "recupero" e "riabilitazione", la società civile e le istituzioni non sia il caso che si facciano carico di quanto accade qui, a ridosso del Grande Raccordo Anulare, dove per ogni vedetta o pusher arrestato per finire nel circolo che lo porterà a fare fuori e dentro il carcere, ce ne stanno decine di giovani pronti a prendere il suo posto. C'è posto per tutti a San Basilio per spacciare: c'è la famiglia Papillo, quella Cimmino, il gruppo Cataldi-Primavera e anche i calabresi del clan Gallace, che controlla gran parte del litorale sud della capitale. E il lavoro non manca e se sei sveglio e ritenuto affidabile, se conosci strade e cortili, se conosci le regole del gioco nessuno si preoccupa se hai raggiunto la maggiore età. Anzi, a 17 anni rischi di meno e magari ti fanno tenere i pezzi di cocaina proprio per quello.

Dopo anni di negazionismo ora "sappiamo" che a Roma ci sono le mafie, adesso è ora di fare un passo in più: strappargli i territori che controllano e non trasformare ragazzi di 17 anni in impiegati dei clan.

64 CONDIVISIONI
Immagine
Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views