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Opinioni

Roma, emergenza migranti: perché gli sgomberi aumentano (anche) l’insicurezza

Gli sgomberi che si susseguono dopo quello della tendopoli di via Cupa, che costringono i migranti transitanti a Roma in una condizione di totale invisibilità e marginalità, non risolvono il supposto problema della sicurezza, tutt’altro, lo peggiorano. È giunto il momento che le istituzioni e la politica si assumano le loro responsabilità.
A cura di Valerio Renzi
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Operazione di polizia all'ex Baobab di via Cupa
Operazione di polizia all'ex Baobab di via Cupa

Dopo lo sgombero della tendopoli di via Cupa, i migranti in transito a Roma, si erano concentrati di fronte alla Basilica di San Lorenzo fuori le mura, al Verano, a poche centinaia di metri dall'ex Baobab. La chiesa aveva aperto le porte del suo giardino e – come documentato dalle telecamere di Fanpage – offerto loro, assieme ai volontari di Baobab Experience e dell'associazione Medu, un'assistenza minima.

Ventiquattro ore e le forze dell'ordine sono arrivata anche al Verano per smobilitare l'assembramento che stava nascendo nel piazzale. Una politica, quella degli sgomberi degli insediamenti abusivi ma anche dei luoghi di transito dei migranti che passano per Roma diretti per lo più in Nord Europa, che le istituzioni della città perseguono con insistenza dal maggio del 2015, quando il borghetto di via delle Messi d'Oro a Ponte Mammolo fu raso al suolo dalle ruspe.

Una politica quella degli sgomberi che, non supportata dalla nascita di un centro di assistenza a "bassa soglia" per chi transita in città, non ha risolto nulla. Anzi, peggiora soltanto le famose ragioni di "sicurezza" in forza delle quali le operazioni vengono svolte. Costringere i migranti in una condizione di invisibilità e di marginalità totale, invece di permettere che vengano assistiti nel loro viaggio o nelle operazioni di presentazione di domanda per ottenere lo status di rifugiato, crea al contrario tutti i presupposti per un peggioramento delle condizioni di sicurezza dei territori.

Un processo di emersione e visibilità del fenomeno migratorio, come accaduto negli scorsi mesi a Baobab, al contrario, ha permesso non solo l'assistenza umanitaria di cui uomini, donne e bambini necessitano, ma anche di governare quello che accadeva in città. Invece di continuare a dare risposte demagogiche e dannose le istituzioni dovrebbero smettere di far supplire il loro ruolo dalla città solidale e dalle associazioni per i diritti umani, prendendosi la responsabilità di aiutare i migranti in collaborazione con chi l'ha fatto al posto loro fino a ieri.

Purtroppo il consiglio comunale straordinario dello scorso martedì ha soltanto fotografato come l'amministrazione di Virginia Raggi ancora non abbia una soluzione.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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