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Viterbo, consegnato pacco bomba a ex consigliere comunale CasaPound condannato per stupro

Un pacco bomba indirizzato a Francesco Chiricozzi, ex consigliere comunale di CasaPound a Vallerano, è stato fatto brillare dagli artificieri a Viterbo. Chiricozzi è stato recentemente condannato per aver stuprato, insieme a un altro militante del movimenti di estrema destra, una ragazza di 36 anni.
A cura di Natascia Grbic
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Francesco Chiricozzi, ex consigliere comunale di Vallerano eletto con CasaPound
Francesco Chiricozzi, ex consigliere comunale di Vallerano eletto con CasaPound

Ancora buste esplosive nel Lazio. Dopo le cinque inviate a diverse persone residenti a Roma, altri pacchi bomba sono stati consegnati nella provincia: uno di questi era destinato a Francesco Chiricozzi, ex consigliere comunale di CasaPound nel comune di Vallerano e recentemente condannato in primo grado per aver stuprato una ragazza di 36 anni nel pub e sede legale del partito. La busta è risultata sospetta perché aveva come mittente l'avvocato di Chiricozzi ma non era apposto il timbro dello studio legale e il nome era scritto male. Sono stati quindi chiamati gli artificieri e la busta è stata fatta brillare. Si rafforza così la pista politica sulla quale stanno indagando Ros e Digos, anche se gli altri obiettivi sono apparentemente casuali. Solo ieri un altro pacco bomba è stato invece aperto da una donna a Fabrica di Roma: il plico era indirizzato a lei, che l'ha aperto ed è rimasta ferita a entrambe le mani.

Pacchi bomba a Roma, indagini in corso

Sui pacchi bomba in consegna in tutto il Lazio indagano i Ros e la Digos. L'ipotesi di reato formulata è attentato con finalità di terrorismo e lesioni personali. Secondo gli inquirenti, la mano che avrebbe costruito gli ordigni sarebbe la stessa: ogni pacco aveva al suo interno una scatoletta di legno, un ordigno in grado di "ferire e spaventare ma non di uccidere". La pista attualmente seguita è quella della matrice anarchica antimilitarista: finora però, non è stata fatta nessuna rivendicazione per questi attentati. I primi tre sono stati recapitati a Roma, a casa di tre donne che non hanno apparentemente collegamenti tra loro. Tutte e tre le buste erano da parte di un mittente che conoscevano, per questo le hanno aperte senza insospettirsi. Le vittime hanno riportato ferite al volto e alle mani, ma non versano in gravi condizioni.

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