Uno scontro istituzionale che è appena al primo round. Da una parte la Regione Lazio che chiede a Roma Capitale di recepire con propri atti amministrativi il piano casa, dall'altro l'amministrazione Virginia Raggi che non ne vuole sapere di prendere il pacchetto così com'è. In mezzo 179 milioni di euro di cui 40 già stanziati per affrontare uno dei problemi socialmente più caldi della capitale: l'emergenza abitativa in cui si trovano migliaia di cittadini.
Raggi: "Priorità a chi è in graduatoria non ha occupanti abusivi"
Un assaggio se ne è avuti ieri Palazzo Valentini, dove per affrontare le emergenze dovute agli sgomberi di Cinecittà e piazza Indipendenza, si sono ritrovati allo stesso tavolo la sindaca Raggi, l'assessore alla Casa della giunta Zingaretti Fabio Refrigeri e il prefetto Paola Basiloni. Qui la sindaca ha chiarito: niente soldi per dare una casa agli occupanti. "Dobbiamo dare assolutamente priorità alle persone che sono in graduatoria in attesa di una casa da decenni e a tutte le fragilità, ossia gli anziani, i disabili e i bambini con le loro mamme. Nessuna corsia preferenziale per chi occupa abusivamente", ha ribadito davanti alle telecamere fuori l'incontro, mentre i senza casa la inseguivano urlando "vergogna, vergogna".
La risposta della Regione Lazio: "Ce lo ha chiesto il comune"
Dall'assessorato alla Casa della Regione Lazio chiariscono però come è stato lo stesso comune di Roma a censire le occupazioni abitative per trovare una soluzione. Una lista di occupazioni inserite all'interna della delibera, la cui prima stesura risale al 2011, quando ad essere sindaco era Gianni Alemanno, e poi aggiornata sotto l'amministrazione di Ignazio Marino. Per i movimenti per il diritto all'abitare non si tratta ovviamente di "scavalcare" chi si trova in graduatoria, ma di riconoscere la lotta di migliaia di persone per avere un tetto sopra la testa e l'oggettiva condizione di necessità di chi occupa. Il riferimento è alle delibere 109 e 110 del marzo 2016 in cui è indicato un elenco di circa 80 immobili occupati, tra cui vi era anche quello di via Curtatone sgomberato tra manganellate e polemiche.