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Raggi contestata dai senza casa: “Nessuna soluzione”. La sindaca: “Hanno rifiutato aiuto”

Al termine dell’incontro in Campidoglio Virginia Raggi contestata dai senza casa e dai rifugiati sgomberati da piazza Indipendenza. Ma lei risponde: “Hanno rifiutato aiuto”. I movimenti: “Assistenza solo per 40 donne e bambini”.
A cura di Valerio Renzi
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Al termine dell'incontro in Prefettura la sindaca Virginia Raggi è stata contestata da un gruppo di appartenenti ai movimenti per il diritto all'abitare e dei rifugiati sgomberati da piazza Indipendenza. Al termine del tavolo di confronto a Palazzo Valentini (presenti anche il prefetto Paola Basiloni e la Regione Lazio), delusione tra gli esponenti del movimento dei senza casa: "È stato confermato quanto già stabilito ossia sistemazione per 40 ‘fragilità', ma tutto questo è inaccettabile. Noi andiamo avanti".

Ma prima di tornare ai presidi di piazza Madonna di Loreto e sotto i portici di piazza Santi Apostoli, gli sgomberati di Cinecittà e piazza Indipendenza hanno incrociato la sindaca che parlava con la stampa, e tra gli slogan e le urla "vergogna vergogna", hanno duramente contestato l'amministrazione comunale per il suo immobilismo. La sindaca ieri aveva annunciato una politica di  "tolleranza zero" verso nuove occupazioni, assieme alla volontà di affrontare il tema delle troppe case sfitte e dell'emergenza abitativa.

Raggi: "Hanno rifiutato aiuto"

"Dobbiamo accogliere le cosiddette fragilità (anziani, mamme e bambini) – ha dichiarato Virginia Raggi – alle persone che in questo momento sono per strada è stato offerto un aiuto che è stato rifiutato, noi continueremo a offrire questo genere di aiuto. Nel frattempo lavoriamo al tema dell'emergenza abitativa anche con la Regione, ma deve essere chiaro che il percorso non può deviare dal corso della legalità e dobbiamo evitare guerre tra poveri". In particolare in movimenti di lotta per la casa chiedono che gli stanziamenti destinati alla capitale – in tutto 179 milioni di euro – del piano casa della Regione Lazio, vengano utilizzati per sanare la posizione di chi si trova in molte occupazione censite così come previsto, oltre che soluzioni per chi si trova in emergenza abitativa che non prevedano la separazione dei nuclei familiari.

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