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Torpignattara, “Daniel uccise per colpa del padre”. Dalle carte degli inquirenti una nuova ricostruzione dell’omicidio

Dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Massimiliano P., padre di Daniel, il giovane minorenne che lo scorso 18 settembre ha ucciso a calci e pugni un ragazzo pachistano, emerge non solo la responsabilità del genitore ma una nuova ricostruzione della dinamica dell’omicidio.
A cura di Valerio Renzi
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Gli inquirenti non hanno dubbi, ad istigare il figlio Daniel di appena 17 anni ad aggredire e uccidere il ventottenne pachistano Muhammad Shahzad Khan, è stato il padre Massiliano arrestato lo scorso martedì.

La ricostruzione degli eventi, contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip sulla base del lavoro investigativo svolto dai carabinieri e del pm Mario Palazzi, è molto diversa da quella apparsa in un primo momento. Se a caldo il giovane pachistano era stato descritto come ubriaco e molesto, non a caso il giovane aveva detto di averlo picchiato dopo aver ricevuto uno sputo in viso, ora la ricostruzione della dinamica che ha portato al pestaggio è radicalmente diversa: mentre lo scorso 18 settembre Muhammad camminava cantando dei versi del Corano per via Pavoni a Torpignattara, Massimiliano P. si affacciava alla finestra della sua abitazione al terzo piano e comincia e comincia ad insultarlo lanciandogli contro anche una bottiglia; successivamente incita il figlio a scendere per dargli una lezione, “gonfialo, ammazzalo” gridava dalla finestra. Come se non bastasse avrebbe allontanato i passanti, richiamati dalle urla e dalla scena di violenza, con insulti e minacce.

Il gip sottolinea proprio come il rapporto di subordinazione padre-figlio e l'immaturità del minore, configuri per il genitore delle serie responsabilità per quanto è accaduto. Dall'ordinanza emerge poi con chiarezza la violenza con cui Shahzad è stato ucciso. Se il minorenne aveva parlato di un solo colpo inferto, che avrebbe potuto far passare la morte del pachistano come una “tragica fatalità”, l'autopsia non lascia dubbi: Shahzad è stato massacrato con calci e pugni, non ha battuto la testa dopo un colpo ricevuto come reazione esagerata ed istintiva ad uno sputo. I testimoni parlano infatti di “un'aggressione a freddo”, di una "violenza inaudita".

Ma da dove nasce questo tragico episodio, che da caso di cronaca è diventato lo specchio della condizione di un quartiere? Sono mesi ormai che Torpignattara è in subbuglio contro la spaccio e l'abbandono da parte delle istituzioni, ma anche per la difficoltà di convivenza in un melting pot di nazionalità, una babele di lingue e costumi.  Oggi i cittadini di Torpignattara scenderanno nuovamente in piazza, anche se non tutti comitati e le realtà del territorio aderiranno al corteo. L'appuntamento è per le 17,00 in Piazza della Maranella.

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