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Tmb Salario, oggi l’ispezione parlamentare: “Ancora 5000 tonnellate di rifiuti all’interno”

Una delegazione di parlamentari della Commissione Ambiente della Camera è entrata oggi nel Tmb Salario a quattro mesi dall’incendio che ha devastato l’impianto di trattamento di rifiuti. All’interno si trovano ancora 5000 tonnellate d’immondizia mentre i cittadini e il III Municipio chiedono impegni chiari e inequivocabili sul futuro dell’area.
A cura di Valerio Renzi
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Questa mattina una delegazione di parlamentari della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici è entrata nell'impianto Tmb Salario per verificare lo stato dell'impianto Tmb Salario, chiuso dopo che un incendio lo ha devastato lo scorso 11 dicembre. La delegazione era composta da da Alessandro Manuel Benvenuto (Lega), Roberto Morassut (Pd), Rossella Muroni (Leu), Federica Daga (M5s) e Paolo Trancassini (Fdi). Al sopralluogo era presente Paolo Maria De Felice, responsabile per Ama della struttura, i comitati e il III Municipio. Al termine del giro nell'impianto, i parlamentari hanno constatato come all'interno ci siano ancora 5000 tonnellate di rifiuti. "Ci hanno detto che nel primo dei due invasi ci sono ancora rifiuti combusti, ma solo una piccola quantità, che hanno verificato non essere pericolosi. Non li portano via perché a momento non si trova un impianto pronto ad ad accoglierli – spiega a Fanpage.it Rossella Muroni, da mesi in prima fila per la chiusura dell'impianto prima che questo si incendiasse – La maggior parte del rifiuto ancora presente è Fos. Si tratta di rifiuto organico stabilizzato, in questo caso però gli impianti pronto ad accoglierlo già sono stati individuati, servono solo alcune analisi per rimuoverlo definitivamente". "Il Tmb Salario racconta la vicenda tutta italiana dell'incapacità di gestire il ciclo dei rifiuti. I cittadini devono essere informati avere certezza di quello che accade a pochi metri dalle loro case, sul futuro del loro territorio e sulla loro salute", conclude Muroni.

Christian Raimo: "Ritiro dell'Aia primo passo"

Presente anche l'assessore alla Cultura del III Municipio Christian Raimo, che è tornato a chiedere assieme ai comitati la chiusura definitiva dell'impianto, e un impegno immediato e concreto a tutte le istituzioni coinvolte: l'autorizzazione a trattare rifiuti all'interno dell'area del Tmb "La priorità deve essere quella di revocare l'AIA: in quell'impianto chiediamo che non entri più un grammo di rifiuto. – spiega – Una cosa che dopo il disastro avvenuto sembrerebbe molto semplice, ma non sembra esserlo e la responsabilità è solo della politica. Tutti gli incontri che ci sono stati sono separati, le commissioni ascoltano prima l'uno poi l'altro. Chiediamo invece che tutte le istituzioni coinvolte si siedano attorno a un tavolo per prendere questa decisione immediatamente. La questione del ciclo dei rifiuti, l'Ama che non ha due bilanci approvati, Roma che non ha un assessore all'Ambiente, tutto questo deve venire dopo: in questo momento la revoca dell'AIA è il primo obiettivo. Tutto il resto sono perdite di tempo, e la politica se decide di perdete tempo sta danneggiando i cittadini".

Giovanni Caudo: "Profondo strappo tra cittadini e istituzioni"

Duro anche il commento del presidente del III Municipio Giovanni Caudo, che ancora una volta chiede impegni concreti rivolgendosi alla prima cittadina Virginia Raggi: "Chiediamo alla sindaca che dia seguito con un atto formale al comunicato stampa in cui dichiarava la dismissione dell’impianto. Ricordo – ha aggiunto Caudo – che si è realizzato un profondo strappo nella fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Fino all’11 dicembre, infatti, qui si è negata l’evidenza delle 400 famiglie che hanno regolarmente testimoniato circa i miasmi prodotti dal TMB Salario e delle migliaia di cittadini che hanno protestato il 6 ottobre scorso davanti all'impianto".

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