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Stupro Viterbo: arrestati due giovani di estrema destra

Stupro di Viterbo: no ai domiciliari per Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi, restano in carcere

Il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta dei domiciliari avanzata dagli avvocati di Licci e Chiricozzi per alleggerire la misura degli arresti. I due militanti di CasaPound si trovano nel carcere Mammagialla di Viterbo dal 29 aprile, con l’accusa di aver stuprato una 36enne. Presto la chiusura delle indagini e l’inizio del processo.
A cura di Alessia Rabbai
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Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi restano in carcere. Questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Savina Poli, che ha rigettato la richiesta avanzata dai legali difensori della misura dei domiciliari nei confronti dei due militanti di CasaPound, ritenuti responsabili di violenza di gruppo e lesioni aggravate aver stuprato una 36enne nel pub Old Manners Tavern, nel quartiere San Faustino a Viterbo. Ciò non è possibile, ne è convinto il gip, per la pericolosità sociale dei due arrestati e per rischio d'inquinamento delle prove. Il pubblico ministero Michele Adragna, titolare delle indagini, si era invece dimostrato favorevole all'alleggerimento del provvedimento detentivo, dopo averli ascoltati una settimana fa. Licci e Chiricozzi si trovano in carcere al Mammagialla di Viterbo dallo scorso 29 aprile. Ora si attende la chiusura dell'inchiesta e l'inizio del processo: probabilmente i due ventenni, su consiglio dei loro avvocati, sceglieranno il rito abbreviato, per ottenere in caso di condanna uno sconto di pena.

I legali difensori di Licci e Chiricozzi: "Rapporto consensiente"

Al vaglio degli inquirenti i video ripresi dai telefonini che hanno ripreso le immagini dello stupro. Il giudice delle indagini preliminari Rita Cialoni ha parlato di "scene raccapriccianti" e di "reiterati abusi" sulla donna, che i due avrebbero commesso agendo in modo "beffardo e sprezzante". Il legale difensore Marco Valerio Mazzatosta, contattato da Fanpage è convinto che non si sia trattato di uno stupro, ma di un rapporto consensiente, anche data l'età della donna, messa a confronto di quella dei due ragazzi, nettamente più giovani di lei. Alla domanda se avesse visto i lividi e lesioni vistose presenti sul corpo della 36enne, Mazzatosta ha risposto: "Nel referto del pronto soccorso e nelle fotografie in bianco e nero forniteci dal pm non ci sono ferite ma solo dei segni". Segni che il legale ritene "compatibili con un rapporto sessuale consumato su un pavimento o su un tavolo di legno, sembrano provocati da pressione. Non ci sono lacerazioni né tagli".

L'avvocato della donna stuprata: "Non poteva difendersi"

"La mia assistita non si è inventata nulla e anche volendo non avrebbe potuto farlo perché non ricorda quanto accaduto ma solo dal momento in cui hanno iniziato a picchiarla fino a quando si è risvegliata a casa". Ha spiegato Franco Taurchini, l'avvocato della donna vittima del presunto stupro: "I video che riprendono le violenze mostrano che lei era quasi inerte, come se fosse svenuta. Sicuramente è stata violentata in un momento in cui si trovava in una condizione in cui non si poteva difendere".

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