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Stupro Viterbo: arrestati due giovani di estrema destra

Stupro di Viterbo, il video inviato su WhatsApp anche al padre di uno degli arrestati

Sono particolari agghiaccianti quelli che emergono dall’ordinanza che ha portato in carcere Francesco Chiricozzi e Marco Licci, i due militanti di CasaPound accusati di aver stuprato una donna a Viterbo. Il video della violenza sarebbe stato inviato in una chat WhatsApp del Blocco Studentesco e visionato da tutti.
A cura di Natascia Grbic
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Sono stati inviati su una chat di WhatsApp del Blocco Studentesco, i quattro video e le quattro foto dello stupro avvenuto all'interno dell'Old Manners Pub, locale di ritrovo ma anche sede di CasaPound. Lo riporta Il Messaggero. Francesco Chiricozzi e Marco Licci hanno ripreso la violenza e se ne sono vantati con gli altri militanti di estrema destra in chat. E sarebbero stati proprio quest'ultimi a dire al consigliere comunale di CasaPound e al giovane militante di cancellare immediatamente il video, altrimenti sarebbero potuti finire nei guai. Tra questi, ci sarebbe anche il padre di Marco Licci. Lo stupro ai danni di una donna di 36 anni è avvenuto la notte tra l'11 e il 12 aprile. "Oh t'ammazzo, hai capito?", la frase che sarebbe stata ripetuta più volte dai due. Forse credevano che così non sarebbero stati denunciati. Ma, evidentemente, si sbagliavano. I filmati sono stati visionati dalla giudice per le indagini preliminari Rita Cialoni: e i particolari che emergono nell'ordinanza che ha poi portato all'arresto dei due indagati, sono raccapriccianti. Violenza fisica, psicologica e verbale, abusi, sopraffazioni, minacce. Parole che forse non bastano nemmeno a descrivere le ore di terrore passate dalla donna all'interno di quel pub, alla mercé dei suoi aguzzini.

Stupro di Viterbo, la gip: "In tanti sapevano della violenza"

La ragazza avrebbe provato a fermare Francesco Chiricozzi e Marco Licci, senza successo. Si è presa per questo un pugno in faccia, che l'ha fatta svenire. "Nella visione dei filmati – si legge nell'ordinanza riportata da Il Messaggero – immagini di reiterati amplessi, posti in essere congiuntamente dagli indagati, con atteggiamento sprezzante e beffardo, intercalato da insulti e minacce, mentre le vittima versava in uno stato di semicoscienza, emettendo solo flebili lamenti, culminati nella richiesta, con voce sfinita, di porre fine alle violenze". In tutto questo, continuavano a riprendere con lo smartphone, arrabbiandosi quando vedevano che le immagini non erano nitide. Secondo quanto riportato dalla giudice, in tanti sapevano dell'avvenuta violenza all'interno del pub. E non solo avrebbero taciuto, ma avrebbero elargito consigli su come cancellare le prove. Quando si dice il cameratismo.

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