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Sgombero CasaPound, il Demanio presenta la denuncia in Procura: “A breve lo sfratto”

L’agenzia del Demanio ha presentato in procura la denuncia contro i militanti di CasaPound, che dal 2003 occupano lo stabile in via Napoleone III. A breve, quindi, potrebbe partire l’ordine di sfratto per gli attivisti di estrema destra che vivono all’interno. La denuncia si chiude con una richiesta di risarcimento milionaria.
A cura di Natascia Grbic
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Il Demanio, agenzia legata al ministero dell'Economia, ha depositato in procura la denuncia contro CasaPound, che adesso potrebbe quindi rientrare a breve negli stabili da sgomberare. Secondo quanto riportato da La Repubblica, la richiesta di sfratto si chiude con una richiesta milionaria nei confronti dei militanti di estrema destra: come riscontrato dai pm contabili, infatti, i sedici anni di occupazione dello stabile di via Napoleone III hanno causato allo Stato una perdita di 4,6 milioni di euro. Lo stabile è enorme, e all'interno non ci abiterebbero persone o famiglia in emergenza abitativa, ma soggetti che hanno anche lavori stabili e situazioni reddituali non assolutamente compatibili con condizioni di disagio sociale.

Sgombero CasaPound, chiesto risarcimento milionario a chi non ha fatto denuncia

Del possibile sgombero di CasaPound se ne parla da diversi mesi: la prima volta è stato chiesto dai consiglieri dem durante il consiglio comunale, e la richiesta è stata poi accolta dai colleghi del M5s e dalla stessa sindaca Virginia Raggi. Ma lì, sono sorti alcuni problemi, sia a causa di alcuni rimpalli di responsabilità tra Miur, ministero dell'Interno e ministero dell'Economia, sia perché – come si è scoperto successivamente – la denuncia per l'occupazione non era mai stata presentata. Fino a ora, quando il Demario, forse spinto dalle numerose pressioni del mondo politico e culturale, ha depositato la sua denuncia in procura. Per il mancato sfratto dei militanti di estrema destra dallo stabile di via Napoleone III sono indagati nove dirigenti dell'Agenzia del Demanio, per i quali i magistrati hanno chiesto un risarcimento milionario alla Corte dei Conti. Secondo i magistrati "l'occupazione ‘sine titulo' va imputato a titolo di responsabilità gravemente colposa, all'inerzia dei direttori ‘pro tempore' della direzione Roma Capitale dell'Agenzia del Demanio e ai dirigenti competenti ‘pro tempore' del Miur per non aver agito in via di autotutela amministrativa e per non aver coltivato le azioni civilistiche volte alla restituzione del bene e al risarcimento dei danni che, in via autonoma o nell'ambito di azioni penali o civili possessorie e petitorie mai intentate o mai coltivate, sarebbero stati liquidati in sede giudiziaria nonché per non aver richiesto l'indennità di occupazione sine titulo agli occupanti". Tre di questi dirigenti, a oggi, sono già morti.

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