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Scontri finale Coppa Italia: arrestati 13 Irriducibili. Incendiarono volante della polizia

Gli ultras della Lazio, raggiunti questa mattina dal provvedimento cautelare, sono accusati di aver scatenato i violenti scontri fuori lo stadio Olimpico prima della finale di Coppa Italia dello scorso 15 maggio.
A cura di Redazione Roma
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Tredici ultras della Lazio, ritenuti appartenenti al gruppo degli Irriducibili, sono stati raggiunti questa mattina da un'ordinanza di misura cautelare  per gli scontri avvenuti lo scorso 15 maggio durante e dopo la finale di Coppa Italia tra Lazio e Atalanta giocata allo Stadio Olimpico. In questa occasione un centinaio di ultras biancocelesti si era scontrato con le forze dell'ordine tra Ponte Milvio e il lungotevere. Negli incidenti, tra lanci di bottiglie e petardi da una parte e cariche e lacrimogeni dall'altra, i tifosi violenti riuscirono a incendiare una volante della Polizia Locale rompendo il vetro e gettando all'interno diverse torce accese. Tra gli ultras colpiti dal provvedimento cautelare anche i presunti responsabili del rogo.

Finale Coppa Italia: il pesante bilancio degli scontri

Grave il bilancio degli incidenti, con due agenti rimasti feriti negli scontri oltre la volante incendiata, e l'arresto di cinque tifosi laziali mentre un tifoso ospite è stato colpito da Daspo. La sindaca Virginia Raggi, subito dopo i fatti, era intervenuta molto duramente, chiedendo un maggior contributo delle società di calcio nelle misure di sicurezza: "Credo vada fatta una attenta riflessione: le squadre di calcio guadagnano milioni e pagano milioni per gli stipendi dei calciatori. Non è giusto che siano i cittadini e le amministrazioni a farsi carico delle spese per il mantenimento della sicurezza: non si può mettere sotto assedio una città. Abbiamo visto scene raccapriccianti in tutte le città d'Italia. La misura è colma. Servono provvedimenti forti nei confronti di questi barbari".

Il Gip di Roma, Mara Mattioli, ha parlato di "atti di particolare gravità posti in essere con evidente preordinazione attraverso una precisa strategia". Secondo il giudice gli ultras si sarebbero compattati "nei luoghi presidiati dalle forze dell'ordine, muniti di indumenti per travisarsi, nonché di diversi oggetti contundenti, fumogeni e bombe carta, scagliandosi violentemente contro le forze dell'ordine che stavano presidiando la zona per motivi di sicurezza, incendiando autovetture, dando luogo a una vera e propria guerriglia urbana mettendo così in pericolo non solo l'incolumità degli appartenenti alle forze dell'ordine ma anche di centinaia di persone e famiglie con bambini che pacificamente si stavano recando allo stadio, unitamente ai precedenti specifici e recenti da cui sono gravati molti di loro (la maggior parte dei quali attivisti della tifoseria violenta del gruppo degli irriducibili e che hanno dimostrato di essere soggetti inclini a non rispettare le regole)".

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