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Scale mobili sabotate, in chat le prove delle manomissioni: “Cambiate i codici degli allarmi”

L’obiettivo dei sabotaggi e delle omissioni nelle manutenzioni delle scale mobili delle metro era uno solo: continuare senza fermare il servizio, abbassare i costi di manutenzione senza controllare o controllando male gli impianti.
A cura di Enrico Tata
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Manomissioni, bugie, documenti non veritieri, veri e propri sabotaggi. Secondo il gip e secondo il pm Paolo Ielo, che ha indagato sull'incidente della scala mobile alla stazione Repubblica, la gestione degli impianti era "indegna". I consulenti tecnici hanno accertato la manomissione del freno di emergenza della scala mobile, bloccato con alcune fascette di plastica che hanno ridotto del 50 per cento la sua efficacia. Questo perché c'erano stati diversi falsi allarmi e bloccare il freno avrebbe evitato altre criticità. "Ci sono state poi modifiche dei parametri della memorizzazione dei codici di guasto per non avere memoria di guasti precedenti. Abbiamo registrato una chat aziendale in cui veniva spiegato di incidere sulla memoria per evitare penali all'azienda di manutenzione", ha spiegato ieri nel corso della conferenza stampa il pm Ielo. In pratica il registro elettronico dei guasti è stato cancellato, manomesso. E inoltre il libretto di manutenzione dell'impianto non è stato compilato o è stato compilato, in parte, in modo falso in modo da poter dimostrare interventi mai eseguiti. L'obiettivo dei sabotaggi e delle omissioni era uno solo: continuare senza fermare il servizio, abbassare i costi di manutenzione senza controllare o controllando male.

Il gip: "Indegna gestione della manutenzione delle scale mobili"

"Se famo il calcolo delle probabilità su 700 scale mobili ne sarebbero venute giù tre o quattro", diceva uno dei dirigenti Atac in una chat intercettata.  "La amara verità è che se non vi fosse stata la vigoria di alcuni tifosi di cittadinanza russa che con il loro peso corporeo sono riusciti a scatenare l'inferno all'interno della centralissima stazione di Repubblica, molto probabilmente l'indegna gestione degli impianti di traslazione, subita con rassegnazione dagli utenti della metro, ormai avvezzi a percorrere a piedi scale mobili spesso ferme, non sarebbe mai venuta alla luce", si legge nell'ordinanza con cui il gip ieri ha disposto le ordinanze cautelari. Undici persone sono indagate e per quattro dirigenti Atac e MetroRoma è scattata la sospensione dal servizio. Le accuse sono, a vario titolo, di frode nelle pubbliche forniture e lesioni personali colpose aggravate.

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