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Sara Di Pietrantonio, bruciata viva dall’ex. Lui dal carcere: “Ho paura di ritorsioni”

Fino all’ultimo Vincenzo Paduano, il 27enne che ha confessato di aver dato fuoco all’ex ragazza Sara Di Pietrantonio per gelosia, ha provato sminuire le sue responsabilità, provando a parlare di una tragica fatalità. Dopo aver ucciso Sara era tornato al suo lavoro da guardia giurata pensando di essersi costruito un alibi: ad incastrarlo il gps dell’auto.
A cura di Valerio Renzi
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Dopo aver ucciso l'ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, Vincenzo Paduano, 27 anni di mestiere guardia giurata, è tornato al suo posto di lavoro in via del Tintoretto e aspetta il collega del cambio turno. Pensa di essersi costruito un alibi, ma le prove di fronte a cui lo inchiodano per ore gli inquirenti lo costringono alla fine a cedere: le immagini delle telecamere su via della Magliana che hanno ripreso l'omicidio, ma soprattutto il gps della sua auto, una Hyundai 20, che ha registrato tutti i suoi spostamenti.

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Paduano: "Ho paura di ritorsioni"

Accusato di omicidio premeditato, fino all'ultimo Vincenzo si difende, prova a sminuire le proprie responsabilità, prova a parlare di una tragica fatalità. "È vero l’ho accostata con la macchina, abbiamo discusso e l’ho cosparsa di alcol, ma volevo solo spaventarla, non farle del male. Ero geloso, lo ammetto, a Sara però volevo bene. E poi quando ho acceso la sigaretta, c’è stata una fiammata. A quel punto che potevo fare?", queste le parole del 27enne di fronte ai poliziotti riportate questa mattina da il Messaggero.

"Ho paura, adesso ho paura". Paduano avrebbe detto di essere spaventato da eventuali ritorsioni dai suoi compagni di carcere. La prima notte di carcere l'ha trascorsa in cella con un altro detenuto, ma è stato successivamente spostato in una cella singola, in un reparto dove si trovano soltanto una decina di carcerati sorvegliati 24 ore su 24.

Gli spostamenti di Vincenzo Paduano ricostruiti dal gps

Gli investigatori però hanno già scaricato le informazioni del gps e ricostruiscono di fronte al ragazzo ogni suo spostamento. Dal luogo di lavoro alla casa di Alessandro (l'ex compagno di scuola con cui Sara aveva cominciato a frequentarsi dopo aver troncato con Paduano) poi, dopo aver aspettato che i due si salutassero, la corsa su via della Magliana per precedere la Toyota dell'ex in viaggio verso casa. Quando vede l'auto di Sara la costringe ad accostare di fronte al ristorante "la Tedesca" (di quello speronamento gli agenti della scientifica hanno trovato tracce incontrovertibili anche sull'auto del 27enne. Il resto della storia purtroppo è già nota: Vincenzo aggredisce la ex, cosparge lei e l'auto di benzina e gli dà fuoco, Sara, il viso e i capelli in fiamme prova a scappare, ma lui la insegue e non gli lascia scampo.

Gli automobilisti che non si sono fermati ad aiutare Sara

"Sara forse poteva essere salvata". Con queste parole ieri il pm Maria Monteleone ha reso noto che la ragazza, aveva tentato di fermare almeno due auto su via della Magliana, prima di essere uccisa da Vincenzo Paduano: "Forse perché non capivano quello che stava accadendo o forse perchè a loro volta temevano per la loro incolumità". Le testimonianze rese ieri dei due automobilisti, nei confronti dei quali non c'è al momento nessuna ipotesi di reato, sono state riportate dal quotidiano la Repubblica.

"Ho visto quella ragazza bionda che si sbracciava ma non ho capito che stava chiedendo aiuto. E così ho tirato dritto". Questo il racconto del 20enne ascoltato dagli inquirenti, l'ultima persona a vedere in vita Sara Di Pietrantonio oltre il suo assassino. "Pensavo solo che stavano discutendo animatamente – ha aggiunto – Solo l'indomani, i miei amici, quando stavo giocando a calcetto mi hanno detto: hai visto cosa è successo a quella ragazza? E lì ho capito tutto. Ho ricollegato tutto alla ragazza bionda che si sbracciava". Parole molto simili a quelle dell'altro giovane, 18 anni, che non si è fermato: "Stavo rientrando dal mare, e ho visto una ragazza di spalle che stava discutendo con un ragazzo fuori dalla macchina. Ho proseguito fino a casa della mia fidanzata. Il tempo di fumarmi una sigaretta, salutarla ho ripercorso la strada al contrario e ho visto quell'auto bruciata ma non ho collegato le due cose. Sono andato a dormire. Solo la mattina mia madre mi dice che hanno trovato un auto bruciata e una ragazza carbonizzata, solo allora ho capito".

Università di Roma 3: un minuto di silenzio per Sara

Questa mattina all'ateneo di Roma 3 tutte le lezioni sono state interrotte per osservare un minuto di silenzio per Sara Di Pietrantonio, che proprio della terza università della capitale era una studentessa. "La tragica vicenda ci ha colpiti fortemente. Tutto il nostro ateneo si unisce al dolore della famiglia, dei colleghi e degli amici di Sara", ha dichiarato il rettore Mario Panizza.

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