La Romanina è il regno del clan Casamonica. Qui si sono espansi governando il territorio palmo a palmo, imponendo la loro legge, taglieggiando i commercianti e usando la violenza. Usura ed estorsioni, ma anche spaccio. Poi è successo che qualcuno ha detto no, basta, non si può andare avanti così. È Roxana Roman, 34 anni, di origine romena. Quando alcuni esponenti del clan irrompono nel Roxy Bar aggredendo i presenti e suo marito Marian per vendicare l'affronto di non essere stati serviti per primi, decide di non girarsi dall'altra parte e convince il marito a sporgere denuncia. Rompe quel "clima omertoso" denunciato dagli inquirenti nel corso del successivo processo, e che una giovane donna arrivata in Italia una manciata di anni fa è riuscita a rompere, mentre chi qui c'è nato e cresciuto sembra ormai abituato ad abbassare la testa.
Il prossimo 5 marzo Roxana sarà insignita del titolo di Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana "al valore della legalità" da Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica riconoscerà così l'impegno e il coraggio di Roxana nel lottare contro la mafia da semplice cittadina. Ieri Antonio Casamonica è stato condannato in primo grado a 7 anni di carcere con il riconoscimento dell'aggravante mafiosa. I parenti in aula non si sono risparmiati da urla e ingiurie contro giudici e giornalisti. "Voglio giustizia, voglio che paghino, abbiamo denunciato e non abbiamo paura siamo qua a fare il nostro lavoro come tutti i giorni", raccontava Roxana che, dopo la violenza nel suo bar, si è rimboccata le mani e ha deciso di non rinunciare a quello che faticosamente ha costruito con suo marito.
Il raid dei Casamonica al Roxy Bar
Per il raid al Roxy Bar erano già stati condannati Alfredo Di Silvio, 6 anni di carcere, il fratello Vincenzo, 5 anni e 8 mesi, e il nonno Enric, 2 anni e 8 mesi. Anche per loro i giudici hanno riconosciuto l'aggravante del metodo mafioso per il raid del 1 aprile 2017, nel giorno della domenica di Pasqua.