Roma, bambino morto per circoncisione: migliorano le condizioni del gemello
Buone notizie dal policlinico Gemelli di Roma, dove è ricoverato in Terapia intensiva pediatrica il fratellino gemello del bambino di due anni morto ieri per un'infezione a seguito di una circoncisione praticata in casa. Le condizioni del piccolo sono in via di miglioramento, i parametri vitali stabili, ma la prognosi rimane riservata. Per l'intervento sui due bambini nigeriani, ospiti con la madre in un centro Sprar a Monterotondo (Roma), è stato arrestato un uomo di 66 anni. Si tratta di un cittadino statunitense di origine libica, tratto in arresto su indicazione della procura di Tivoli. Dovrà rispondere delle accuse di omicidio preterintenzionale, lesioni gravissime ed esercizio abusivo della professione medica.
L'uomo sarebbe solo uno dei tanti improvvisati chirurghi che eseguono interventi di questo tipo: la circoncisione, praticata per ragioni culturali e religiose da moltissimi dei cittadini migranti che arrivano in Italia, non è sostenuta dal Sistema Sanitario Nazionale e ha costi piuttosto alti. Così succede che in molti si rivolgono a figure di questo tipo, spesso all'interno della propria comunità.
Nessun capo d'accusa al momento per la madre, una donna nigeriana di 35 anni titolare di protezione internazionale, che vive con altre due donne con minori all'interno del centro di Monterotondo. Lo Sprar, gestito dall'Arci di Roma, è organizzato come un progetto di semiautonomia: gli operatori non sono presenti 24 ore su 24 all'interno della casa, ma svolgono invece le funzioni di accompagnamento e orientamento al lavoro, all'apprendimento della lingua e anche ai servizi sanitari e alla salute. Da quanto si apprende la donna in un'occasione avrebbe manifestato l'intenzione di far circoncidere i figli.