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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Rimosso lo striscione in ricordo di Fabrizio Piscitelli al Colosseo: “Diablo vive!”

Arrotolato e subito rimosso lo striscione comparso nella notte davanti al Colosseo in ricordo di Fabrizio ‘Diabolik’ Piscitelli, ucciso ieri in un agguato al Parco degli Acquedotti. Lo striscione era firmato dagli Irriducibili della Curva Nord della Lazio, di cui Piscitelli era uno degli storici capi.
A cura di Enrico Tata
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Lo striscione degli Irriducibili in ricordo di Fabrizio 'Diabolik' Piscitelli, ucciso ieri in un agguato a Roma
Lo striscione degli Irriducibili in ricordo di Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli, ucciso ieri in un agguato a Roma
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Uno striscione in ricordo di Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli è comparso nella notte sul ponte degli Annibaldi, davanti al Colosseo, il luogo del centro storico di Roma dove gli ultras solitamente appendono i loro ‘lenzuoli'. "Diablo vive!", la scritta firmata ‘Irr', cioè Irriducibili, gli ultras della Curva Nord della Lazio di cui Diabolik era uno degli storici capi. Stando a quanto si apprende, lo striscione è stato appeso intorno alle 4 di notte ed è stato subito srotolato e rimosso dopo l'arrivo sul posto della volante del commissariato Celio della Polizia di Stato. I cinque uomini che trasportavano lo striscione sono stati sorpresi e tutti identificati.

Fabrizio Piscitelli, ucciso a colpi di pistola nel Parco degli Acquedotti

Fabrizio Piscitelli è morto ieri dopo essere stato colpito da un proiettile di pistola alla testa, sparato da un killer travestito da runner, mentre l'ultras era seduto su una panchina del Parco degli Acquedotti in via Lemonia, zona Cinecittà a Roma. Sull'omicidio indagano i magistrati della Direzione distrettuale Antimafia, ma per ora tutte le piste restano aperte. L'omicidio sicuramente era premeditato e si è trattato di una vera e propria esecuzione. Forse, ma il dettaglio è ancora da chiarire, Piscitelli si trovava in compagnia di un'altra persona e forse aveva appuntamento con il suo assassino. Nella serata di ieri i cronisti sono stati minacciati da alcuni amici della vittima e costretti ad abbandonare il luogo dell'omicidio. "Papà mio, papà. Infami, in faccia lo dovevate guardare", ha urlato in lacrime la figlia di Piscitelli, arrivata anche lei in via Lemonia.

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