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Ragazza costretta a prostituirsi, torturata e ustionata con il ferro da stiro: arrestati i vicini di casa

Una ragazza di Albano Laziale, Castelli Romani, è stata torturata e costretta a prostituirsi dai vicini di casa. Lo scorso 3 luglio la ragazza è stata trovata in fin di vita nel suo appartamento. Questa mattina le forze dell’ordine hanno arrestato A.M., 57 anni, e P.R.R., 32 anni, rispettivamente madre e figlia, e F.A., 26 anni, fidanzato della più giovane. Anche dopo il ritrovamento della ragazza, avrebbero continuato a recitare la parte “dei buoni vicini di casa”.
A cura di Enrico Tata
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Torturata, schiavizzata, costretta a prostituirsi, picchiata, ustionata con il ferro da stiro. I suoi aguzzini erano i vicini di casa, una famiglia all'apparenza tranquilla di Albano Laziale, Castelli Romani. La vittima è una ragazza, ritrovata la mattina del 3 luglio scorso in condizioni drammatiche all'interno del suo appartamento. Aveva ferite e fratture, inferte, come hanno ricostruito gli inquirenti, "in modo spietato e disumano, in un crescendo di malvagità". La giovane presentava lividi su tutto il corpo, segni di percosse, tagli da lama e bruciature causate in tempi differenti.

Costretta a prostituirsi e torturata

L'incubo per lei era cominciato diversi mesi prima, quando ha conosciuto le sue due vicine di casa, A.M., 57 anni, e P.R.R., 32 anni, rispettivamente madre e figlia. Le due sono state arrestate questa mattina dagli uomini della Squadra mobile del commissariato di Albano insieme a F.A., 26 anni, fidanzato della più giovane. Secondo gli investigatori, le due donne avrebbero approfittato della situazione di fragilità e vulnerabilità della vittima e avrebbero finto di diventare sue amiche. Poi, una volta conquistata la sua fiducia, l'avrebbero costretta a prostituirsi e a consegnare loro l'incasso delle prestazioni. La relazione, spiegano i carabinieri, "era mirata a portare la giovane a vivere, gradualmente nel tempo, una situazione dolorosa e avvilente, di sottomissione fisica e mentale. Il ruolo dell’uomo, subentrato nella vicenda circa due mesi fa, avrebbe determinato l’escalation dei comportamenti violenti e vessatori, caratterizzati da sopraffazione sistematica, sofferenza, privazione, umiliazione e disagio continuo della vittima". L'epilogo della vicenda lo scorso 3 luglio, quando la ragazza ha urlato così forte, dopo l'ennesima violenza violenza subita, che alcuni passanti e vicini, spaventati, hanno avvertito le forze dell'ordine. Nei giorni successivi al ritrovamento della ragazza in fin di vita, gli indagati hanno continuato come se nulla fosse accaduto a recitare la parte dei "buoni vicini di casa" e hanno anche tentato di depistare le indagini. I tre arrestati dovranno rispondere dei reati di induzione e sfruttamento dell'attività di prostituzione, di lesioni gravi, violenza privata e minaccia, con l’aggravante di aver adoperato sevizie e agito con crudeltà.

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