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Raffaele Marra, ex braccio destro di Raggi, condannato a un anno e quattro mesi per abuso d’ufficio

Raffele Marra, ex fedelissimo della sindaca Raggi, è stato condannato dall’ottava sezione penale del Tribunale di Roma a un anno e quattro mesi di carcere per abuso d’ufficio. Secondo i giudici ha pilotato la nomina di suo fratello Renato, a capo dell’ufficio promozione turismo, a discapito di altri candidati.
A cura di Alessia Rabbai
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Raffele Marra è stato condannato a un anno e quattro mesi di carcere per abuso d'ufficio. Il provvedimento preso dall'ottava sezione penale del Tribunale di Roma nei confronti dell'ex capo del personale in Campidoglio ed ex braccio destro della sindaca Pestastellata Virginia Raggi riguarda la nomina di suo fratello Renato, a capo dell'ufficio promozione turismo del Comune di Roma. I giudici lo ritengono responsabile di aver pilotato la nomina, a discapito di altri candidati, rimasti penalizzati. Un occhio di riguardo per la famiglia che avrebbe permesso al fratello ricevere un aumento di stipendio di 20 mila euro all'anno. Una nomina prima congelata e poi revocata dalla stessa sindaca, un'accusa sempre negata dal suo ex fedelissimo. Lo scorso giugno il pubblico ministero Francesco Dall'Olio aveva chiesto per Marra due anni di reclusione, convinto che si trattasse di ‘un reato con dolo intenzionale'.

Marra già condannato per corruzione

Raffaele Marra era già stato condannato a scontare tre anni e mezzo di carcere per corruzione in concorso con Sergio Scarpellini, deceduto a novembre del 2018. L'imprenditore 81enne romano era accusato di aver ceduto 370mila euro a Marra per l'acquisto di un appartamento di via dei Prati Fiscali a Roma. La sentenza risale al dicembre dello stesso anno, quando il giudice ha stabilito che Marra non avrebbe più potuto lavorare nella pubblica amministrazione e disposto la confisca dell'appartamento ricevuto da Scarpellini.

Raggi processata e poi prosciolta

Per la nomina di Renato Marra era finita sotto la lente d'ingrandimento anche la posizione della prima cittadina, processata per falso con rito immediato e poi prosciolta in primo grado di giudizio lo scorso novembre. Secondo i giudici, infatti, Raggi fu vittima di un raggiro attuato dai due fratelli e non avrebbe avuto nessun ruolo nella gestione delle nomine.

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