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I giudici: “Virginia Raggi fu raggirata da Renato e Raffaele Marra”

La sindaca di Roma Virignia Raggi, si legge nelle motivazioni della sentenza con cui la prima cittadina fu assolta dall’accusa di falso, “fu vittima di un raggiro ordito dai fratelli Marra in suo danno”. I legali della sindaca: “Le motivazioni ribadiscono che Raggi non mentì”.
A cura di Enrico Tata
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Virginia Raggi e Raffaele Marra (La Presse)
Virginia Raggi e Raffaele Marra (La Presse)

Secondo il giudice Roberto Ranazzi, che il 10 novembre ha assolto Virginia Raggi dall'accusa di falso, la sindaca di Roma "fu vittima di un raggiro ordito dai fratelli Marra in suo danno". Raffaele Marra, l'ex braccio destro della prima cittadina, è stato arrestato a novembre del 2016 con l'accusa di corruzione, mentre Renato Marra, il fratello, fu nominato a direttore del dipartimento Turismo. La sindaca era accusata di falso documentale in atto pubblico perché affermava di aver agito "in piena autonomia" in merito alla nomina di Renato Marra a capo dipartimento del Turismo. Secondo i procuratori Paolo Ielo e Francesco Dall'Olio Raffaele Marra, all'epoca a capo del personale del comune di Roma, avrebbe informato la sindaca discutendo la nomina anche con lei.

La sua candidatura, si legge nelle motivazioni della sentenza di assoluzione, "era stata pianificata dai due fratelli Marra molti mesi prima, già dalla prima metà di luglio 2016, quale alternativa al diniego del sindaco Raggi". Per il giudice i Marra "hanno operato al fine di eludere il predetto diniego del sindaco Raggi strumentalizzando l'assessore Meloni, con cui Renato Marra (su consiglio del fratello), in qualità di responsabile del Gruppo sicurezza sociale urbana (Gssu), aveva opportunamente intrapreso una fattiva collaborazione nella lotta all'abusivismo commerciale. I fratelli Marra, come appare evidente dagli sms del periodo antecedente e successivo alla nomina in questione, hanno chiaramente agito all'insaputa del sindaco". Secondo i giudici "il sindaco Raggi affermando che Raffaele Marra non ha partecipato alla fase istruttoria, ha effettuato una valutazione non richiesta ed errata". Ma "nel complesso, la risposta del sindaco Raggi alla richiesta di informazioni sul ruolo svolto in concreto da Raffaele Marra nella procedura di nomina del fratello a direttore della direzione Turismo, appare veritiera".

Gli avvocati di Raggi: "La sentenza ribadisce che la sindaca non mentì"

Secondo gli avvocati della sindaca, Emiliano Fasulo, Alessandro Mancori e Piefrancesco Bruno, "la sentenza ribadisce, con puntuali considerazioni in fatto e in diritto, che la sindaca di Roma, nell'esercizio della sua funzione, non ha reso alcuna dichiarazione mendace ed, in particolare, non ha in alcun modo inteso nascondere alcunché all'Anac in relazione alla nomina di Renato Marra presso l'assessorato al Turismo né in ordine al ruolo svolto in tale contesto dal fratello Raffaele, dimostrando, attraverso una dettagliata analisi delle testimonianze e dei documenti acquisiti in giudizio, anche l'assenza di ogni possibile movente".  Raggi, ribadiscono gli avvocati facendo riferimento alla sentenza, è rimasta sempre all'oscuro dalle manovre dei Marra per la nomina di Renato.  Una sentenza, concludono i legali della sindaca, che non lascia dubbi "sulla liceità e la correttezza dei comportamenti posti in essere dalla sindaca e sull'unica finalità dalla stessa perseguita nella prospettiva di una gestione responsabile e trasparente di Roma Capitale".

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