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Processo Raggi, Raineri in aula: “Raggi Zarina e Marra Rasputin”

Ultima udienza del processo che vede la sindaca di Roma imputata per falso. Domani attesa la sentenza che potrebbe portare alle dimissioni di Virginia Raggi. Oggi la testimonianza dell’ex capo di gabinetto Carla Raineri: “Raffaele Marra non aveva nessuna delega, era formalmente il vice capo di gabinetto ma era il consigliere privilegiato del sindaco. Erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, sottolineando la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin”.
A cura di Valerio Renzi
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Virginia Raggi e Raffaele Marra (La Presse)
Virginia Raggi e Raffaele Marra (La Presse)

Oggi in aula l'ultima udienza per il processo che vede la sindaca di Roma Virginia Raggi imputata con l'accusa di falso, in merito alla promozione dalla Polizia Locale alla direzione del Turismo di Renato Marra, fratello dell'ex braccio destro della prima cittadina Raffaele Marra. Per domani è attesa la sentenza, ma non prima della testimonianza più attesa, quella dell'ex capo di gabinetto Carla Raineri che con le sue dimissioni portò alla luce l'esistenza del così detto ‘raggio magico' costruito attorno a Raggi

"Raffaele Marra non aveva nessuna delega, era formalmente il vice capo di gabinetto ma era il consigliere privilegiato del sindaco", ha dichiarato in aula. Raineri poi spiega il ruolo dei due ex fedelissimi di Raggi, Marra e Romeo, stante al racconto sicurissimi della loro posizione di potere: "Si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante, Marra almeno manteneva sempre un bon ton istituzionale, mentre Romeo era arrogante e maleducato. Stavano in tre in una stanza a porte chiuse, per riunioni inaccessibili a tutti se non all'allora vice sindaco Daniele Frongia. Marra aveva un fortissimo ascendente sulla sindaca. Erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, sottolineando la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin. Chiunque si fosse messo di traverso rispetto alle loro ambizioni faceva una brutta fine. Penso a me, quando dissi che intendevo sostituire Marra con un generale dei Carabinieri nel ruolo di vice capo di gabinetto da lì a poco la sindaca si fece venire dubbi sulla mia nomina".

"Trovai un guscio vuoto. Il gabinetto capitolino era stato svuotato. Le funzioni erano state esportare verso Romeo e Marra. Il primo aveva una strana delega ai lavori di giunta e un’altra, che definirei eccentrica, alle partecipate. Si consentiva a Romeo di entrare a gamba tesa nelle decisioni di Minenna. – prosegue nella sua testimonianza Raineri – In questa situazione era sorprendentemente surreale che il capo di gabinetto non avesse nemmeno contezza del flusso informativo. Ricordo con sconcerto un caso: quello del terremoto. Pensavo di dovermi occupare di una riunione straordinaria di Giunta per stabilire tutta una serie di cose da fare in occasione del sisma. Mi chiesero invece di istruire una pratica per autorizzare Luca Bergamo ad assentarsi e andare al festival di Venezia. Non riuscivo a dialogare con Raggi. Mi sentivo sempre rispondere: ‘Ne parli con Romeo o con Marra'. Le gerarchie erano sovvertite".

Raineri descrive una situazione ben diversa da quella raccontata dalla sindaca all'indomani dell'arresto di Marra per corruzione, con riferimento a fatti precedenti al suo ruolo in Campidoglio con il Movimento 5 stelle. All'epoca Raggi parlò del suo consigliere descrivendolo solo "come uno dei 23.000 dipendenti comunali". Virginia Raggi era oggi in aula, così come in tutte le precedenti udienze, accompagnata dal capogruppo del MoVimento in aula Giulio Cesare Giuliano Pacetti e ai consiglieri Pietro Calabrese e Angelo Sturni. Cosa accadrà in caso di condanna? Secondo il codice interno del M5s la sindaca si dovrebbe dimettere, come ribadito questa mattina dal vicepremier Luigi Di Maio: "Il nostro codice di comportamento parla chiaro". Eppure le strade al vaglio sarebbero diverse, e non tutte comportano le dimissioni e il voto anticipato.

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