Pignatone: “A breve nuove inchieste, non c’è solo Mafia Capitale”
"A questa grande operazione, altre ne seguiranno a breve". Così ha dichiarato il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, dopo l'audizione alla commissione parlamentare antimafia in cui ha conferito sulla maxi operazione "Mondo di Mezzo" che ha portato alla luce la "Mafia Capitale". Pignatone ha ribadito come nella capitale operino diverse mafie e che il lavoro degli inquirenti è appena all'inizio. Prove dell'intreccio tra diverse organizzazione mafiose sono contenute nelle 1200 pagine dell'ordinanza che ha scoperto la Cupola di Carminati e socia, ma anche dai due nuove arresti di oggi che aprono un nuovo filone d'indagine sui rapporti tra mafia capitale e ‘ndrangheta.
Pignatone ha poi sottolineato come "ieri il Comune ha detto che c'era una gara in corso per Ater per 25 milioni, anche questa è stata sospesa e anche qui si profilava un'aggiudicazione a Buzzi e alle solite cooperative". Il procuratore capo ha poi ricordato come il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti "ha ritenuto di revocare un appalto per il cup del valore di non meno di 60 milioni di euro. I benificiari sarebbero stati in tutto ed in parte Buzzi o le sue cooperative".
Sull'ipotesi di scioglimento del Comune di Roma è intervenuta Rosi Bindi, presidente della Commissione Antimafia. "Noi chiediamo che ministero Interni e Prefettura procedano correttamente nel nominare una commissione che prenderà in esame gli atti del Comune e credo che questo sia a vantaggio dello stesso sindaco e della stessa amministrazione comunale – ha chiarito Rosi Bindi- Roma è un comune grande, ha tanti municipi, tante municipalizzate, tanti dipendenti, io credo che per poter governare bene Roma, in questa fase, ci sia bisogno di un aiuto anche all'amministrazione. Poi deciderà questa commissione se ci sono o meno le condizioni per lo scioglimento, ma mi sembra assolutamente presto per affermarlo o per escluderlo". Alle 20,00 sarà ascolta il prefetto Pecoraro e nei prossimi giorni il sindaco Ignazio Marino.
La trasversalità di Mafia Capitale
"La trasversalità" sarebbe una delle altre caratteristiche di mafia capitale per Pignatone: "Una interna, visto che Carminati viene dall'estrema destra e Buzzi da sinistra", e una trasversalità esterna "visto che quella mafia si rapporta, seppure in modo diverso con le due giunte". Perché anche con l'avvento di Marino "rimane la presenza pesante di Buzzi e del mondo delle cooperative che si caratterizza con tentativi di corruzione anche della nuova amministrazione. Non solo assessori e consiglieri ma tutta la burocrazia comunale che a Roma ha dimensioni enormi. Carminati e Buzzi erano tranquilli sull'esito delle elezioni. La loro prima preferenza era la continuazione dell'amministrazione Alemanno, ma erano in ogni caso tranquilli. Vantavano agganci anche qui".
Il reato di associazione mafiosa
Il procuratore capo rivendica la scelta di utilizzare il 416 bis, che configura il reato di "associazione mafiosa". "L'essenza del reato di associazione mafiosa consiste nel metodo mafioso: la capacità di ricorrere alla violenza per raggiungere i fini dell'associazione e la consapevolezza in un certo ambiente per creare omertà e soggezione nell'interlocutore. Si tratta di una mafia locale. C'è un capo che è Carminati, un capo militare, Brugia, e poi uno che cura i rapporti politico amministrativi, che è Buzzi. La caratteristica fondamentale di questa mafia è che è romana e non può in quanto tale non avere rapporti con la politica". Nonostante gli accenni di brogli elettorali nelle intercettazioni, Pignatone ha poi ribadito come non esistano gli estremi per configurare il reato di 416 tre, ovvero il voto di scambio.