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Perché i pini di Roma cadono come birilli e nessuno se ne sta occupando

Bandi scomparsi, monitoraggi difficilissimi e intanto a Roma gli alberi continuano a cadere come birilli. Negli ultimi quindici anni ne sono caduti oltre 1500, ma nessuna amministrazione è riuscita a risolvere il problema anche perché, il monitoraggio dello stato di salute dei pini marittimi della Capitale è molto complicato.
A cura di Enrico Tata
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Lo scorso sabato un albero è caduto su un taxi in viale Trastevere a Roma
Lo scorso sabato un albero è caduto su un taxi in viale Trastevere a Roma

Al primo vento forte i pini di Roma, quelli che cantava Antonello Venditti nella sua ‘Notte prima degli esami', cadono come birilli. Ma prevederne la caduta, anche con un monitoraggio ben svolto, potrebbe essere molto complicato. Perché, spiegano gli agronomi, i pini marittimi della Capitale sono subdoli. Infatti potrebbero esserci alberi con una fluente chioma e un tronco in perfette condizioni che però nel sottosuolo nascondono gravi problemi di stabilità, cioè hanno radici non solide o addirittura debolissime. Con un monitoraggio ‘a vista' anche l'occhio dei più esperti potrebbe essere ingannato e proprio per questo, nonostante sia stato già avviato un programma di studio degli alberi di Roma, il Campidoglio ha chiesto aiuto anche a un'università della Capitale per verificare la stabilità dei pini attraverso un sofisticato radar.

Alberi caduti, il mistero dei bandi scomparsi per la manutenzione

Diversa la questione della manutenzione degli alberi, cioè la loro potatura. Nel 2017, come annunciava l'ex assessora all'Ambiente Pinuccia Montanari, furono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale due bandi europei, uno per il servizio di manutenzione del verde orizzontale e l'altro per la manutenzione del verde verticale, cioè degli alberi (5 milioni di euro nello specifico). Poco dopo la pubblicazione il bando venne sospeso "a data da destinarsi" perché la gara non era conforme al nuovo codice degli appalti e quindi doveva essere rivisto. Ad agosto 2018 veniva ribadito in un comunicato dell'assessorato all'Ambiente che per la gestione degli alberi era in corso una gara europea da 5 milioni di euro che, "dopo i gravi episodi emersi con “mafia capitale”, si è svolta sotto la stretta vigilanza dell’Autorità Anticorruzione".

Ad ottobre Pinuccia Montanari, intervistata dal Messaggero, annunciava: "Entro fine mese questo appalto sarà operativo definitivamente, abbiamo già spedito tutto all'Anac". A novembre la sindaca Virginia Raggi confermava: "La gara del verde verticale è nelle ultime fasi dell'aggiudicazione. Stanno esaminando le offerte e stiamo stressando gli uffici per arrivare a dama anche su questo al più presto". Del bando, però, non c'è più traccia e la questione è tornata d'attualità dopo la caduta di decine di alberi in tutta Roma per il forte vento che soffiava su tutta la città nella giornata di sabato. Oggi, 25 febbraio, un grosso pino è crollato in viale Mazzini e ha provocato il ferimento di due persone. Attaccano le opposizioni: "Sono passati più di 30 mesi da quando la Sindaca Raggi ha fatto il suo ingresso in Campidoglio e da allora non è stata in grado di mettere in piedi un piano per la manutenzione delle alberature a Roma. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti- Nonostante gli annunci della Sindaca non c’è traccia né dei monitoraggi effettuati sugli alberi, né degli interventi di potatura per metterli in sicurezza, con l’intero settore del verde della Capitale completamente abbandonato", spiega la consigliera del Partito democratico Giulia Tempesta.

E la consigliera Cristina Grancio, ex Movimento 5 Stelle, dichiara:  "Sono mesi che la sindaca Raggi annuncia a vuoto che l'appalto per la cura delle alberature sta per essere operativo. A forza di annunci non si pone certo rimedio alla situazione di grave carenza di manutenzione in cui versa il patrimonio arboreo della città. Si faccia immediata chiarezza sulle ragioni che bloccano ancora un servizio indispensabile per la tutela del verde e per l'incolumità dei cittadini. A questo punto vogliamo vedere le carte. Oggi ho presentato al Dipartimento Tutela Ambientale una richiesta di accesso agli atti per capire per quale motivo non si riesce ancora a concludere una gara bandita nel 2017".

Perché è quasi impossibile monitorare la caduta degli alberi

Dal luglio del 2018 è attivo un servizio di monitoraggio e messa in sicurezza di 80mila alberi (i più alti della città), frutto di una gara europea da 3 milioni e mezzo di euro. "In caso di documentata necessità è previsto l’abbattimento immediato dell’esemplare interessato oppure interventi di potatura finalizzati a salvare l’albero garantendo la sicurezza. Gli eventuali abbattimenti vengono effettuati sulla base di perizie di agronomi controllate dai tecnici del Servizio Giardini", spiegava all'epoca l'assessora Montanari. A gennaio l'amministrazione capitolina informava di aver effettuato 448 abbattimenti di alberi  in urgenza, pari allo 0,5 per cento dei circa 36mila analizzati dagli agronomi.

Una memoria di giunta datata ottobre 2018 di fatto decretava il fallimento del monitoraggio. Perché, come anticipato, è difficile certificare la salute di un albero solo con un esame a vista. Nelle premesse della memoria si leggeva: "L'elevato numero di alberature (a Roma ci sono circa 320mila alberi ndr.) non permette un monitoraggio costante e completo con il personale ad oggi a disposizione". Nonostante le verifiche, faceva notare la stessa giunta capitolina, negli ultimi quindici anni sono crollati circa 1500 alberi. "I molti casi, gli alberi caduti per eventi meteorologici non mostravano durante il monitoraggio visivo definito VTA
(Virtual Tree Assessment) patologie o difformità che facessero presagire un loro indebolimento, causato ad esempio dafito-patologie o daradici danneggiate, non evidenti dall’esterno)", si legge ancora. Per questo a novembre 2018, il Campidoglio ha accolto la proposta dell'American University of Rome per la sperimentazione gratuita "su una quantità e tipologia di piante definite" della tecnologia  "GEORADAR per il monitoraggio degli alberi e dei relativi apparati radicali". Del progetto si occupano i professori Pier Matteo Barone e Carlotta Ferrara.

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