"Mi aspettavo che venisse confermato quello che già era stato detto in primo grado di giudizio. Speravo che anche il resto della famiglia fosse rimesso in ballo. Invece quando sono entrati i giudici che hanno letto la sentenza praticamente ad Antonio Ciontoli, che era stato condannato a 14 anni, gliene hanno dati 5 quindi hanno riconosciuto l'omicidio colposo pure a lui, è stata un’altra pugnalata alle spalle". È stremata Marina Conte dopo la sentenza d'Appello di ieri, che ha visto i giudici riscrivere parzialmente il verdetto di primo grado sull'omicidio di suo figlio, Marco Vannini, colpito da un proiettile esploso in casa della fidanzata nel maggio 2015, e morto dopo una sequenza di ritardi e omissioni nei soccorsi che hanno portato tutta la famiglia Ciontoli alla sbarra.
"Dopo la sentenza di ieri che mi devo aspettare? – continua Marina intervistata da Fanpage.it – Che la vita di mio figlio vale 5 anni? Una cosa vergognosa, secondo me la legge non esiste più. Siamo arrivati ad ottenere questo tipo di imputazione per loro perché Marco è vissuto quattro ore dopo lo sparo. Ci sono delle perizie che dimostrano che mio figlio si poteva salvare, mentre ora è come se Marco fosse morto sul colpo per loro quindi, è inaccettabile questa sentenza". Accanto a Marina il marito e papà di Marco. Anche Valerio Vannini è determinato a continuare la battaglia legale e non solo, ribadendo le ragioni espresse dalle moglie: "È come se fosse gli è partito un colpo involontariamente e Marco è stato colpito da questo proiettile ed morto sul colpo. Ma noi sappiamo che non è andata così".
Ieri le immagini della mamma di Marco che gridava la sua rabbia in faccia i giudici hanno fatto il giro del paese quasi in diretta. Ora a mente più fredda commenta così la sua reazione: "Sono stata cacciata fuori perché il giudice mi ha detto che l'avevo disturbato durante la sentenza. Una mamma a cui viene ammazzato un figlio, gli viene stravolta una sentenza che si aspettavano? Che io stavo lì e gli facevo l’applauso. Non molleremo mai, anche perché insieme a me c'è tanta gente onestà, e che come me vogliono giustizia per mio figlio". "Ieri sera alle undici sono andata su al cimitero ,da Marco. Gli ho detto ‘non so proprio cosa dirti amore mio non ho proprio le parole. Tu che adoravi tanto la tua terra, quando c'era l'inno nazionale ti alzavi in piedi e ti mettevi una mano sul petto. Guarda come si è girata l'Italia e la giustizia verso di te'".