Omicidio Sacchi, dubbi su un amico: era con Luca quando è morto, ma non ha detto nulla sulla droga
C'è un'altra persona la cui posizione è al vaglio degli inquirenti nel caso dell'omicidio di Luca Sacchi: si tratta di Domenico Costanzo Marino Munoz, il 23enne amico del personal trainer e di Anastasiya che la sera del 23 ottobre si trovava con loro al John Cabot Pub. Il giovane non è indagato, ma gli inquirenti stanno valutando se ci sia un suo coinvolgimento nella trattativa per l'acquisto di droga o se quantomeno ne fosse al corrente. Ai carabinieri ha raccontato gli attimi concitati dell'assassinio di Luca, ricostruendo la dinamica dei fatti e il momento dello sparo: non una parola sulla presunta compravendita di droga, sui soldi nello zainetto di Anastasiya, sul ruolo di Giovanni Princi e i contatti con i pusher di San Basilio. Come nel caso di Luca Sacchi, allo stato attuale non ci sono elementi per dire che fosse coinvolto, partecipe e consapevole della compravendita e dell'acquisto di droga.
Gli intermediari dei pusher: "A comprare la droga erano tre ragazzi e una ragazza"
Eppure le testimonianze di Valerio Rispoli e Simone Piromalli parlano di tre ragazzi e una ragazza interessati all'acquisto dei quindici chili di droga. Per adesso gli inquirenti ne hanno individuati due, e sarebbero Giovanni Princi e Anastasiya Kylemnyk. Resta da capire se Sacchi e Munoz si siano trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato, o se sapessero qualcosa di ciò che stava avvenendo. Secondo quanto dichiarato dal 23enne, quella sera Sacchi gli avrebbe mandato un messaggio su Signal – una chat criptata con possibilità di autodistruzione dei messaggi dopo un tot di tempo – chiedendogli di vedersi al pub. Poi, hanno fatto la strada insieme. I fotogrammi delle telecamere di sicurezza li riprendono insieme, Anastasiya all'angolo della strada con il cane, e Sacchi e Munoz poco distanti che controllano il cellulare. Quando Del Grosso e Pirino sono scesi dalla macchina per aggredire Luca e Anastasiya, il ragazzo è fuggito spaventato e si è nascosto dietro una macchina.
Omicidio Sacchi, la versione degli amici dei pusher di San Basilio e quella degli amici di Luca
Ci sono due versioni della storia. Da una parte Valerio Rispoli e Simone Piromalli, intermediari mandati da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino per controllare se il gruppetto avesse i soldi per acquistare l'erba. Nei fotogrammi delle telecamere di sicurezza si vedono parlare con Princi e fuggire dopo lo sparo. Dopo l'omicidio, i due sono subito andati dai carabinieri e hanno vuotato il sacco, raccontando della trattativa per l'acquisto di droga, del loro contatto con Princi e dei soldi nello zaino di Anastasiya. Sono stati loro a dire che erano in quattro a essere interessati all'acquisto, tre ragazzi e una ragazza. Al momento, nemmeno loro risultano indagati. L'altra versione è invece quella degli amici di Luca, che non hanno mai parlato di droga. Giovanni Princi non è mai andato dai carabinieri a chiarire la sua posizione, nemmeno quando il suo nome è saltato fuori nell'ordinanza di arresto di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. Arrestato e portato in carcere il 29 novembre, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al giudice.
Anastasiya: "Non sapevo dei 70mila euro nello zaino"
Poi c'è Anastasiya Kylemnyk, sottoposta invece a obbligo di firma. Interrogata mercoledì dal giudice, ha detto di non sapere nulla dei 70mila euro nel suo zaino. "Io e Luca siamo totalmente estranei alla vicenda", ha dichiarato. I dubbi però rimangono, soprattutto perché ci sono le intercettazioni telefoniche degli spacciatori che parlano chiaro: già da prima dell'incontro erano monitorati dai carabinieri, e che dovessero portare la droga al pub era già emerso da diverse chiamate. Sono ancora tante le domande senza risposta dell'omicidio di Luca Sacchi: per cosa il ragazzo sia morto, ancora non è dato sapere. E il silenzio più pesante non è quello di chi l'ha ucciso, ma quello dei suoi amici di sempre.