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Omicidio Luca Sacchi ucciso a Roma

Omicidio Sacchi, Princi dal carcere: “Soffro per la morte di Luca”. Ma non parla con gli inquirenti

Giovanni Princi si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice durante l’interrogatorio in carcere a Regina Coeli. E se questo rientra pienamente nei diritti del giovane, dall’altra il fatto che abbia deciso di non far luce sulla morte dell’amico è significativo: e potrebbe essere proprio lui la chiave per capire cos’è successo la sera del 23 ottobre.
A cura di Natascia Grbic
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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giovanni Princi, l'amico di Luca Sacchi che avrebbe gestito la compravendita di droga con Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, pusher di San Basilio. Il giovane si trova adesso in carcere a Regina Coeli ed è accusato di aver tentato di comprare la sostanza stupefacente dai due la sera del 23 ottobre. "Princi è addolorato per la morte del suo amico Luca Sacchi al quale era legatissimo – ha dichiarato l'avvocato Massimo Pineschi, legale del 25enne – Per lui è stata una vicenda dolorosissima. So che anche i genitori di Princi, con i quali ho parlato, sono sconvolti per quanto accaduto. Il mio assistito è scosso, è alla sua prima esperienza detentiva, potete immaginare come sta. Valuteremo il ricorso al Riesame dopo avere letto tutti gli atti". Insomma, l'amico del liceo ha deciso di non parlare. E sembra essere proprio lui la chiave di volta per capire non solo il suo ruolo e quello di Anastasiya Kylemnyk nella vicenda, ma anche i legami con il giro di spaccio di San Basilio, e soprattutto la provenienza dei 70mila euro usati per comprare la marijuana.

Chi ha dato a Princi e Anastasiya i 70mila euro per la droga?

Perché è soprattutto questo che vogliono capire gli inquirenti che indagano sul caso: Giovanni Princi e Anastasiya Kylemnyk da dove hanno preso i soldi per comprare la droga? Qui non si sta parlando di una somma messa insieme da un gruppo di amici per comprare un po' d'erba, ma di 70mila euro in contanti, tutti divisi in mazzette da 20 e 50 euro. Sembra improbabile che ragazzi – soprattutto di quell'età – teoricamente estranei a giri criminali, possano disporre di una tale quantità di denaro. Secondo chi indaga, ci sarebbe una terza persona coinvolta: un finanziatore, qualcuno che forse ha voluto far fare il "lavoro sporco" ai ragazzi, all'apparenza insospettabili. Princi avrebbe potuto dissipare l'alone di mistero sulla vicenda, ma ha scelto di non rispondere all'interrogatorio: e se da un lato il suo è un diritto garantito dalla legge, dall'altro appare significativo che non voglia parlare e fare luce sul brutale assassinio di quello che era un caro amico.

Omicidio Sacchi, domani attesto interrogatorio di Anastasiya

L'ipotesi è che stiano proteggendo qualcuno, forse una persona con cui non vogliono tagliare i ponti e di cui magari hanno paura. Tutti i riflettori sono ormai puntati su Anastasiya, la giovane fidanzata di Luca Sacchi sottoposta a obbligo di firma. La 24enne sarà ascoltata domani dal giudice e c'è la possibilità che anche lei si avvalga della facoltà di non rispondere. Come Princi, pure Anastasiya non ha mai voluto collaborare con gli inquirenti, nonostante il fidanzato sia stato ucciso. Tanto da spingere il giudice a dichiarare che è "chiara, predominante, la volontà di preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga con il quale non intende recidere i legami".

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