Omicidio Luca Varani, Marco Prato davanti ai pm si avvale della facoltà di non rispondere
Marco Prato è apparso oggi pomeriggio di fronte al pubblico ministero Francesco Scavo, recatosi nel carcere romano di Regina Coeli per ascoltare nuovamente il 28enne accusato per l'omicidio di Luca Varani. Prato, indagato assieme all'amico Manuel Foffo, si è avvalso della facoltà di non rispondere rifiutandosi di fornire una risposta alle domande del pm. Negli scorsi giorni Prato aveva invece parlato più di una volta con gli inquirenti, non manifestando nessuna reticenza. Un cambio di atteggiamento spiegato dall'avvocato Pasquale Bartolo: "Il mio assistito non ha risposto per un motivo preciso: il pm continua a contestargli l'aggravante della premeditazione, nonostante la decisione del gip di farla cadere. Prato risponderà al pm appena gli verrà contestata l'imputazione così come indicata nell'ordinanza di custodia cautelare del gip".
Marco Prato: il racconto ai magistrati
Marco Prato, il giovane pierre molto conosciuto nella vita notturna della capitale, è accusato di aver ucciso brutalmente il 23enne Luca Varani, assieme all'amico Manuel Foffo al termine di un festino a base di droga e alcol, nella notte tra il 3 e il 4 marzo. Prato è stato arrestato sabato 5 marzo, trovato in una stanza d'albergo in zona piazza Bologna, privo di sensi per aver ingerito una gran quantità di medicinali. Un tentativo di suicidio su cui gli inquirenti nutrono diversi dubbi.
Secondo la versione di Prato, lui e Manuel, con cui ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali, non avrebbero cercato nessuna vittima per un omicidio, al contrario di quanto detto da Foffo, ma bensì una "vittima" per una violenza sessuale: Manuel avrebbe voluto vivere un esperienza estrema. Nel racconto il 28enne si dipinge come in qualche modo succube dell'amico: all'arrivo del 23enne Luca Varani i tre – sempre nel racconto di Prato – avrebbero cominciato delle pratiche erotiche, ma poi Manuel avrebbe perso la testa massacrando Varani a colpi di coltello e martello, incitando l'amico e complice a strozzarlo per non farlo urlare.