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Luca Varani uciso da Manuel Foffo e Marco Prato

Omicidio Luca Varani, Foffo agli inquirenti: “Marco Prato narcotizzò un altro ragazzo”

Continuano ad emergere elementi sul caso dell’omicidio di Luca Varani. I due complici, Manuel Foffo e Marco Prato, continuano a scambiarsi accuse: per Foffo, Marco avrebbe narcotizzato anche un altro giovane passato al festino nell’appartamento. Ed emerge una nuova circostanza: Prato avrebbe confessato di aver smesso di prendere medicinali per disturbi bipolari.
A cura di Valerio Renzi
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Continuano ad emergere nuovi particolari sul caso dell'omicidio di Luca Varani, il giovane di 23 anni assassinato nella notte tra giovedì 3 e venerdì 4 marzo, da Marco Prato e Manuel Foffo al culmine di un festino a base di droghe e alcol. I due imputati, di poco più grandi della vittima, continuano a parlare con gli inquirenti, contraddicendosi e accusandosi l'uno con l'altro.

Manuel Foffo ha riportato la circostanza, finora taciuta, che il complice e amico Marco Prato, avrebbe narcotizzato un altro ragazzo ospite del festino, prima di stordire Luca versandogli dell'Alcover in un cocktail. "Giacomo è amico di Marco – spiega Foffo – credo che lo abbia chiamato per necessità di soldi. Marco ha versato dell’EN, un medicinale tipo sonnifero, nel bicchiere di Giacomo. Non conosco la finalità di questo gesto ma lui si era assopito sul divano". Ieri Foffo aveva parlato di

Stracci e saponi per pulire il sangue dalla madre di Foffo

Nelle prossime ore potrebbe essere riascoltata la madre di Manuel Foffo che, abitando al piano di sotto della palazzina di via Igino Giordani dell'appartamento dove è stato ucciso Varani, ha consegnato al figlio saponi e stracci che quest'ultimo avrebbe usato per tentare di ripulire la scena del delitto. Forse il proposito, mai portato a termine, era quello di far scomparire il cadavere. Da quanto appurato finora la madre non sapeva nulla di quanto accaduto.

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Marco Prato aveva smesso di assumere psicofarmaci

Secondo quanto riportato da il Messaggero, Marco Prato, aveva smesso di assumere un medicinale utilizzato per tenere sotto controllo alcuni disturbi bipolari da alcuni giorni prima dell'omicidio. Lo avrebbe confessato lo stesso Prato a uno psichiatra dell'ospedale Sandro Pertini, dove ha subito una lavanda gastrica: sabato 5 marzo i carabinieri lo trovano senza sensi in una camera d'albergo dove aveva ingerito una gran quantità di medicinali. Una circostanza, quella del tentativo di suicidio, che per gli inquirenti avrebbe il sapore della messa inscena: lo stesso Prato avrebbe spiegato di assumere il Minias (un forte tranquillante), per tenere sotto controllo gli effetti della cocaina.

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