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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Omicidio Diabolik, Irriducibili portano via panchina dov’è morto: “Lontana da infamia e cattiverie”

Gli Irriducibili hanno portato via la panchina del parco degli Acquedotti dove è stato ucciso Fabrizio Piscitelli. Il motivo risiede probabilmente nel fatto che nelle ultime settimane la panchina è stata data diverse volte alle fiamme. Adesso si trova molto probabilmente nella loro sede in via Amulio.
A cura di Natascia Grbic
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"Quella maledetta panchina è adesso al sicuro. Custodita con amore e lontana da infamie e cattiveria". È con questa frase che gli Irriducibili annunciano di aver portato via la panchina dov'è stato ucciso Diabolik. Il gruppo ultras l'ha prelevata dal parco degli Acquedotti per metterla molto probabilmente nella loro sede, a seguito dei numerosi incendi appiccati nelle scorse settimane. La panchina, infatti, che era diventata una sorta di altarino per ricordare Fabrizio Piscitelli, era stata date alle fiamme più di una volta. Non solo. La sagoma di cartone raffigurante Diabolik e apposta con una sciarpa della Lazio accanto alla panchina, è stata deturpata con un segno rosso in fronte.

L'omicidio di Fabrizio Piscitelli al parco degli Acquedotti

Non ha ancora un nome e un volto il killer di Fabrizio Piscitelli. Diabolik è stato freddato la sera del 7 agosto al parco degli Acquedotti mentre era seduto su una panchina insieme alla sua guardia del corpo, un ragazzo cubano assunto una decina di giorni prima. Un uomo che faceva finta di fare jogging gli si è avvicinato e gli ha sparato un solo colpo di pistola dietro l'orecchio sinistro, uccidendolo sul colpo. Dopodiché è fuggito con un complice a bordo di una moto. Subito gli inquirenti si sono concentrati sulla pista della criminalità organizzata: il nome di Piscitelli, infatti, era finito nelle carte di Mafia Capitale, dove si diceva che l'ultras era a capo di una batteria di albanesi che comandava la zona di Ponte Milvio. Nel 2013, invece, era stato arrestato perché a capo di una banda che aveva organizzato e promosso l’importazione via mare dalla Spagna di 185 chili circa di hashish, sequestrati a Civitavecchia nel mese di dicembre del 2011.

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